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SALMONELLA NELL'ADIGE

"Allarme in ritardo, a casa i colpevoli"

La rabbia della consigliera regionale Patrizia Bartelle: "Dieci giorni di ritardo e intanto il Polesine è stato contaminato"

Scarichi in acqua: aziende diffidate

“È intollerabile, inammissibile, grave, surreale, pericoloso e terrificante”. La consigliera regionale Patrizia Bartelle (Veneto 2020 Italia in Comune) non ha più parole per descrivere il proprio sdegno di fronte a quanto accaduto in relazione al rinvenimento della salmonella nell’Adige (LEGGI ARTICOLO).

"In sintesi: l’Ulss 6 Euganea ha diramato ai Comuni l’allarme avvisandoli della presenza di salmonella nelle acque dell’Adige e suggerendo di vietare l’utilizzo delle acque a scopo irriguo già il 27 agosto. L’Ulss 5 Polesana ha diramato lo stesso allarme ieri, 4 settembre. Ciò significa che dal 27 agosto al 4 settembre i territori polesani che hanno utilizzato le acque dell’Adige per scopo irriguo sono stati contaminati dal batterio della salmonella senza saperlo e senza pertanto predisporre le necessarie misure precauzionali. È assurdo. Il 3 settembre, quando ancora non erano disponibili le analisi, con i colleghi del coordinamento Veneto 2020 ho depositato una interrogazione urgente per chiedere alla Regione di intervenire e colpire i colpevoli dei ritardi. Oggi lo ribadisco con forza, chi ha messo in pericolo la salute dei cittadini deva andare a casa subito!”

“Inoltre - conclude Bartelle - il Polesine è un territorio a forte vocazione agricola e vanta produzioni orticole di rilevanza internazionale. Il danno economico che situazioni come questa possono creare è incalcolabile”

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