VOCE
Il caso
01.11.2019 - 16:06
Incredibile che nessuno si vergogni neppure un po’ di quanto è successo intanto piazza Merlin è diventata sempre più un luogo di degrado urbano
Il chiosco di piazza Merlin compie 500 giorni da “abusivo”. Ovvero sono passati 500 giorni (avete capito bene, 500 giorni) da quando l’amministrazione comunale di Rovigo - la precedente amministrazione comunale - ha deciso di sfrattare il titolare del bar-gelateria e la sua famiglia non rinnovando la concessione per l’occupazione del suolo pubblico.
Il motivo: il chiosco non è a norma, è troppo alto e troppo largo, come poi confermato dalla Soprintendenza, interessata del caso. Peccato che a chiedere che fosse proprio così era stato, a suo tempo, lo stesso comune di Rovigo. E il titolare del bar si era adeguato, spendendo anche di più rispetto a quanto originariamente previsto.
Del resto, contro il chiosco di piazza Merlin è stata condotta una battaglia ideologica, che ha finito con lo stritolare e lasciare letteralmente in mezzo ad una strada un’intera famiglia, che con quel bar ci lavorava. Ideologica, si diceva.
Sì, perché in realtà il peccato originale del chiosco non era essere troppo alto o troppo largo (moltissimi rodigini si erano oramai abituati, e dopo tanti anni una struttura entra nel panorama urbano), ma essere stato voluto e autorizzato da un’amministrazione comunale di centrosinistra (i socialisti, si è sempre detto) a cui una parte del centrodestra (che oggi non c’è più, ma nella passata legislatura c’era, eccome) l’aveva giurata. Insomma: una sorta di resa dei conti postuma.
Senza contare che qualche illuminato amministratore (con le ultime elezioni scomparso dalla scena politica) pensava che eliminando il chiosco da piazza Merlin sarebbe stato più “facile” o “vantaggioso” affittare il vicino pub Macallans, di proprietà del comune e desolatamente vuoto da tempo.
Ovviamente il pub è ancora chiuso e desolato nel suo degrado. E il chiosco ha subito la medesima sorte.
Da allora, nel frattempo, piazza Merlin ha vissuto 500 giorni di progressivo abbandono, trasformata in un parcheggio abusivo di notte e in triste spianata durante il giorno. Triste spianata in cui si erge ancora lo scheletro del chiosco.
Perché dopo averlo fatto chiudere; dopo avere costretto il proprietario, rimasto senza un soldo, a dormire dentro alla struttura; dopo essere stati messi alla berlina con i tazebao che ancora oggi ornano la struttura, gli amministratori non sono riusciti neppure nella più banale delle operazioni: buttare giù il chiosco. No, è stato lasciato lì, come se non interessasse a nessuno. E il degrado della piazza è figlio di quel disinteresse.
Il sindaco Gaffeo, arrivato a pasticcio consumato, ha spiegato che ora ci sono due soggetti pronti a smontare il chiosco e a portarselo via.
Vedremo.
Da 500 giorni, intanto, la Voce racconta questa piccola “vergogna urbana”. Tutti i giorni. E ci saremmo pure... stancati.
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