VOCE
ROVIGO
02.12.2019 - 11:41
"Le neonate sardine prendono le piazze e, ovviamente, aprono anche il dibattito politico. Gli insulti e la denigrazione da destra erano scontati e ci si sarebbe preoccupati non ci fossero stati. Certe pretese di pedigree politico, di identificazione assoluta, di appartenenza certificata, i distinguo cavillosi che arrivano dalla parte opposta erano meno attesi, ma neppure sorprendono troppo". Lo dice Vanni Destro, uno dei promotori del movimento delle Sardine a Rovigo.
"E se i primi si valutano con la poca considerazione che meritano, i secondi valgono l'impegno di un breve ragionamento. Se si riporta qualche cittadino in piazza anche sul semplicissimo comun denominatore dell'antifascismo costituzionale e sul rifiuto dell'aggressivo nulla politico presente, disturba tanto? Pretendere, soprattutto da sinistra, risposte che vadano oltre questo semplice approccio da un movimento nato dallo spontaneismo solo un paio di settimane fa è miope e un filino autolesionistico".
"Le sardine colmano un vuoto di partecipazione che nessuno è stato più in grado di riempire dai tempi del movimento dei movimenti negli anni appena successivi al G8 genovese. È fortissimo e fragile allo stesso tempo, ma i semplici e scarni principi su cui si sviluppa sono figli di un'urgenza anche o soprattutto sociale: chiudere la stagione dell'arroganza violenta come metodo di rapporto civile. A 360°".
"Le sardine sono le persone che non vogliono più sentirsi definire buoniste con disprezzo, che credono ancora nella pace e nella giustizia sociale e per dirlo ci mettono la faccia in piazza. Questo movimento è un virgulto, un germoglio che va lasciato crescere senza volerne piegare la natura spontanea o pretendendo che risolva crisi di identità politico-partitiche che meriterebbero più il divano delll psicanalista che una poltrona istituzionale. Se saprete essere rispettosi e attenti, se saprete attenderne la crescita, sarà rapida e già si vede, vi sorprenderà, ne sono certo".
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