VOCE
03.12.2019 - 16:36
Non pochi coloro che hanno mostrato una certa irritazione per l’oggetto che produce la morte.
Sarco, la macchina per la morte, lascia la laguna. Da maggio era esposta a palazzo Michiel, in Strada Nova: in una saletta riservata, per non urtare la sensibilità del pubblico. Ora, invece, è pronta a fare mostra di sé in altre fiere sparse per il mondo.
Ha lasciato Venezia a bordo di un battello per i trasporti, tra la curiosità dei tanti che, vedendola, si chiedevano che cosa fosse: un macchinario inventato per suicidarsi a casa propria, senza dover partire per la Svizzera.
Oggetto parte di Venice Design 2019. Perché la morte può essere anche un fattore di design. O, almeno, è il pensiero di chi ne ha disegnato le forme avveniristiche: l’olandese Alexander Bannink.
C’è chi ritiene la macchina indice di civiltà e pensa sia importante sdoganare un tema come il suicidio, da molti considerato un argomento tabù. Chi, pur approvandone l’utilizzo, ritiene la contestualizzazione fuori luogo. Infine, chi critica alla radice l’esistenza stessa di “Sarco”, appellandosi alla non disponibilità terrena del controllo della vita umana. Comunque, nessuno è rimasto indifferente alla sua visione che, in qualsiasi caso la si pensi, rimane quantomeno disturbante.
Un’installazione che ovviamente va ben oltre il design. Obiettivo dichiarato di Nitschke è quello di rendere la morte “alla portata di tutti”. Sarco, infatti, è il prodotto di una stampante 3D. Per il momento, non è ancora in commercio, ma potrebbe esserlo già l’anno prossimo. Chiaramente, non Italia. Per ottenerla potrebbe essere semplicemente sufficiente scaricare il modello gratuito che dovrebbe essere diffuso in rete, quindi procedere con la sua stampa.
Chiunque desiderasse raggiungere la “dolce morte” dovrà compilare un modulo che attesti la propria capacità di intendere e di volere, quindi utilizzare la capsula nel termine di 24 ore. È sufficiente entrare, chiudere il portellone e premere il tasto per l’attivazione. Una volta iniziato il “viaggio”, è possibile cambiare idea, premendo “Stop”.
L’importante è farlo in fretta: la diffusione dell’azoto liquido e il conseguente abbassamento del livello di ossigeno porta alla morte in appena un minuto.
Commenti all'articolo
Nik12
04 Dicembre 2019 - 08:16
Una bella idea pe farla finita senza troppi pensieri solo che costa quella macchina e che qua si dà più valore alla chiesa e non alle persone che stanno Malle e oltre a loro anche i famigliari io come persona lo faccio
ggio704
15 Gennaio 2020 - 08:41
purtroppo in italia si ha a che fare con i preti, specie il papa che ultimamente ha detto che si deve soffrire fino all'ultimo in questa vita, ma loro hanno i migliori dottori e morfine a quintali. non si parla di suicidio ma di eutanasia, lo stato dovrebbe mettere a disposizione questa macchina a tutti, ovviamente chi è segnato dalla malattia o da un incidente, e non può più riprendersi,
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