VOCE
NATALE
24.12.2019 - 12:44
"Quanto sotto illustrato per invitare chi deve educare e formare i più giovani a non vergognarsi a professare un credo religioso, né di rinnegarne i suoi simboli e valori e nemmeno di ricordarsi sola la notte di Natale di essere ferventi attivisti della comunità cristiana, ogni giorno dobbiamo comportarci seguendo gli insegnamenti religiosi del nostro credo, qualunque sia, nel rispetto di sé stessi e della comunità in cui viviamo" inizia così la nota del consigliere comunale, Antonio Rossini.
"Molti cittadini mi hanno chiesto di intervenire in questi giorni in prossimità del Natale e sui valori religiosi cristiani-cattolici che avvolgono la maggioranza degli italiani, dato che, pur nella considerazione della secolarizzazione e della divisione e dell'indipendenza del potere dello Stato con la Religione, il Nostro credo rimane comunque la fede prevalente della maggior parte delle persone, e, in democrazia, è doveroso il rispetto della tradizione e dell'identità di un popolo. Ogni anno la polemica sul Natale diventa sempre più aspra e sembra attecchire con maggior virulenza nella nostra terra veneta, che da sempre condivide i dogmi della teologia cattolica come verità rivelata da Dio. Purtroppo sempre in più scuole dopo ’eliminazione dei canti natalizi e del presepe si rifiuta la benedizione del Vescovo".
"Poco contano le motivazioni politiche, ideologiche o multiculturali alla base di questo fenomeno che in virtù di una asserita assoluta indipendenza e laicità dello Stato, in realtà discriminano la nostra Religione che è radicata nel vivere quotidiano della maggioranza degli italiani e i cui valori non discriminano chi non crede o crede in altre fedi, quindi condivido con la stra grande prevalenza degli italiani l'opinione che il “Crocifisso e presepe sono simboli dei nostri valori, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della nostra identità. Non vedo che fastidio diano a scuola. Chi pensa che l'inclusione si faccia nascondendoli, è fuori strada - continua il consigliere - Secondo me :Intervenire sulle regole scolastiche in modo da neutralizzare la ricorrenza del Natale è fuori tempo e dannoso, oltre che elemento di strumentalizzazione negativa verso i musulmani".
"Il tutto senza pensare che, chi ne fa le spese, sono per i primi i bambini che vivono questi momenti come parte integrante delle loro tradizioni; ed anche se la vita è piena di cambiamenti a cui è importante imparare a farvi fronte e bisogna adattarsi ad una società in continua evoluzione , lasciarli soli alla mercé di tutte le possibili interpretazioni, non ultima che “sia colpa” della presenza di altri bambini se è stata presa la decisione di non allestire gli addobbi simboli tipici del Natale è estremamente crudele nonché contro ogni etica educativa, per una ingiusta decisione di qualche Preside o Insegnante si vanifica l’opportunità di condividere e di coltivare una conoscenza reciproca tra diverse culture ed etnie e si trasforma il Natale in un’occasione per accentuare o costruire pericolose contrapposizioni tra gli stessi scolari! Dobbiamo delegare la formazione dei nostri figli a queste persone?"
"Da anni i simboli del Natale sono sotto attacco nell'Occidente secolarizzato, delegittimati in nome della sbandierata cultura della tolleranza che però, come noto non esclude, ma implica l'identità. I presepi sono rimossi dai luoghi pubblici, i canti natalizi sono banditi dalle scuole, i mercatini contestati. Tutto questo, si dice, "per non discriminare le diverse sensibilità religiose o civili". Ma sono motivazioni che, se soddisfano il politically correct, non esplicitano le ragioni profonde di questo vero e proprio rinnegamento delle radici cristiane dell'Europa".
Infine, l'appello: "Quanto sopra per invitare chi deve educare e formare i più giovani a non vergognarsi a professare un credo religioso, né di rinnegarne i suoi simboli e valori e nemmeno di ricordarsi sola la notte di Natale di essere ferventi attivisti della comunità cristiana, ogni giorno dobbiamo comportarci seguendo gli insegnamenti religiosi del nostro credo, qualunque sia, nel rispetto di sé stessi e della comunità in cui viviamo".
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