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La storia

Troppi permessi studio per la seconda laurea: capotreno di Chioggia lasciata a casa

Il diritto allo studio anche per chi lavora dovrebbe essere garantito, invece, spesso, non lo è affatto.

Il diritto allo studio anche per chi lavora dovrebbe essere garantito, invece, spesso, non lo è affatto.

Una capotreno, nata e cresciuta a Baone d’Este e residente a Chioggia, da oggi sarà lasciata a casa da Trenitalia dopo un contratto di apprendimento professionalizzante durato tre anni.

Per la prima volta, la Direzione Regionale del Veneto di TrenItalia non ha prorogato a un capotreno il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, sebbene la ferroviera in questione abbia superato con successo tutte le tappe del percorso di formazione professionale.

Non è mai rimasta a casa per troppi giorni di malattia. Solo una volta ha ricevuto un richiamo verbale con una motivazione per niente pesante. Secondo noi non le è stato prorogato il contratto solo perché, durante i tre anni di lavoro, ha chiesto e ottenuto un determinato numero di permessi retribuiti solo per laurearsi in Scienze dell’alimentazione all’Università Telematica San Raffaele, di Roma, dove si sta ancora specializzando in Scienze nutrizionali.

Il timore che la capotreno, già laureata e con la volontà di arrivare a una seconda laurea, è stata lasciata a casa solo perché ha scelto di continuare gli studi sebbene sia stata già assunta nelle Ferrovie dello Stato.

Amarissimo il commento dell’interessata: "A pensare che ho sempre fatto il mio dovere sono amareggiata. Perché hanno lasciato fuori solo me? Per fortuna al mio fianco c’è il sindacato, che farà di tutto per far rispettare i miei diritti".

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