VOCE
Economia
08.04.2020 - 10:42
Il decreto varato dalla presidenza del consiglio dei ministri mette in campo 750 miliardi in totale per le imprese: 200 miliardi di garanzie sui prestiti e 200 miliardi per l’export che si sommano ai 350 già previsti, con l’arrivo di una copertura fino al 100% per i prestiti fino a 800mila euro. E il rinvio delle scadenze fiscali per le aziende danneggiate dalla crisi. E’ un breve sunto di quello che dovrebbe - usiamo il condizionale perché per ora girano solamente delle bozze - garantire il decreto illustrato l’altro ieri dal premier Giuseppe Conte. Salvo aggiustamenti delle ultime ore, precedenti alla sua pubblicazione. Un documento corposo sul quale le associazioni, a caldo, esprimono i primi pareri.
“Per ora girano solo bozze e abbiamo informazioni solamente dagli articoli di stampa, mancano però i chiarimenti operativi che solamente dopo la pubblicazione potremo avere” premette il vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo, Gian Michele Gambato. “Lo strumento è di sicuro interessante anche se l’aspetto critico secondo il mio parere è la durata del rientro sui prestiti - segnala Gambato - sei anni, con due di pre-ammortamento che di fatto la riducono a quattro anni è poco. Già otto sarebbero stati insufficienti, avevo auspicato che il rientro fosse fissato a 15 anni. Per questo è una grande scommessa sulla ripresa nell’arco di due anni di tutta l’economia italiana. Certo, lo auspichiamo, ma rimane comunque una scommessa”.
E pure il direttore di Cna Padova e Rovigo, Matteo Rettore, attende di vedere la versione definitiva del decreto. “La bozza ci spiega le linee guida, le intenzioni e gli obiettivi del governo che non posso che trovare condivisibili” il parere di Rettore. “Le garanzie agli istituti di credito per erogare finanziamenti alle imprese con più semplicità, e un’attenzione per le micro-imprese è positivo - commenta - bisognerà poi vedere quando l’artigiano andrà allo sportello a chiedere un finanziamento quello che la banca gli dirà. La reazione degli istituti di credito, se davvero riusciranno a elargire denaro senza troppe domande, sarà decisiva. La loro fiducia nelle imprese sarà importante, come la responsabilità di queste ultime, affinché non credano si tratti di un rubinetto che eroga denaro”.
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