VOCE
CORONAVIRUS IN ITALIA
23.09.2021 - 10:26
L’ordine del giorno votato alla Camera e accolto dal governo su possibili regole per la partecipazione degli scienziati in tv ha scatenato le proteste dei volti più noti tra gli scienziati. Ma se ci devono essere regole, dice Pregliasco, che valgano per tutti. C’è chi ha gridato alla censura, ha evocato addirittura il fascismo e chi più semplicemente l’ha bollata come una stupidaggine. I virologi sono sul piede di guerra dopo l’approvazione alla Camera, recepita dal governo, su un ordine del giorno che impegna l’esecutivo a regolamentare la partecipazione degli scienziati alla trasmissioni televisive, oltre che a interviste con giornali e radio, con regole potenzialmente più stringenti. Tra i più inviperiti c’è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, che è subito partito al contrattacco impugnando i diritti costituzionali: "Non si può mettere il bavaglio a medici e professori universitari che parlano di come si evolve una malattia infettiva come il Covid perché, fino a prova contraria, siamo in uno stato democratico. Limitare la libertà di parlare sarebbe gravissimo, scandaloso, questo è fascismo. Sarebbe una norma che rasenta la stupidità, il ridicolo".
Gli fa eco Massimo Galli, pensionando primario dell’ospedale Sacco di Milano e punto di riferimento come tanti suoi colleghi per milioni di telespettatori sin dall’inizio della pandemia di Coronavirus: "Certo ci sono persone che dicono assolute sciocchezze, altri che dicono e poi disdicono, e ci sono anche professionisti che spiegano le cose come stanno. Ma in questo caso siamo al grottesco: impedire ai medici di esprimersi è come dire che un avvocato non può discutere di argomenti giuridici in tv e sui giornali o un ingegnere di argomenti tecnici".
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