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LA PROTESTA

Lavoratori in stato di agitazione: "Rette troppo alte, situazione economica disastrosa"

Ieri mattina i lavoratori della Casa del Sorriso di Badia, insieme ai rappresentanti sindacali, si sono ritrovati davanti alla Prefettura per un presidio

Lavoratori in stato di agitazione: "Rette troppo alte, situazione economica disastrosa"

Mobilitazione dei dipendenti della struttura “Casa del sorriso” di Badia Polesine. Ieri mattina i lavoratori, insieme ai rappresentanti sindacali di Cisl, Uil e Cgil, si sono ritrovati davanti alla Prefettura per un presidio. La situazione economica della “Casa del Sorriso” è in profondo rosso tanto che il buco, per l’anno 2021, sarà di circa 800mila euro. Eppoi tiene banco la questione dell’appalto ad una cooperativa per l’esternalizzazione di tre nuclei che al momento sono chiusi, e per i quali i posti letto rischiano di rimanere ancora freddi vista la continua emorragia di residenti che vengono dimessi dalla struttura verso altre case di riposo più economiche ma di pari livello.

Roberta Denanni, membro della segreteria Funzione Pubblica della Fp-Cgil, afferma: “La casa di riposo in questione è in una situazione economica disastrosa e mi chiedo perché la direzione voglia esternalizzare ad una cooperativa tre nuclei che attualmente sono chiusi. Una spesa, ulteriore, senza alcun senso visto che già stiamo assistendo da tempo ad una migrazione degli ospiti verso altre case di riposo tenendo conto della retta troppo alta”.

La gara sull’esternalizzazione è già terminata e diversi lavoratori, quelli con contratto a tempo determinato, dovranno migrare verso la cooperativa vincitrice dell’appalto. Eppure, attualmente, nella “Casa del Sorriso” ben 40 ospiti sui 168 totali hanno deciso di “cambiare aria” nonostante sia stata una struttura Covid free per tutta la durata della pandemia. Su questo punto la delegata Uil-Fpl, ma anche dipendente della struttura, Enrica Muraro, sottolinea: “C’è un clima di svilimento tra gli operatori all’interno della struttura. Quella di aumentare la rette, parliamo di 98 euro al giorno nel mercato libero, è una scelta suicida da parte del consiglio di amministrazione. La ‘favola’ dove dicono che non ci sono ospiti perché c’è la paura legata al Covid non è vera, semplicemente i costi della retta sono alti. E tutto ricade sui dipendenti che, nel corso dell’emergenza sanitaria, si sono svenati tra turni infiniti e mancanza di ferie per mantenere la casa di riposo Covid free”.

Altro tasto dolente è quello dell'indennizzo Covid come afferma Francesco Malin della Cisl-Fp: “La ciliegina sulla torta in mezzo a questi mille problemi è che, come sindacato, abbiamo chiesto un indennizzo Covid di 10 euro al giorno per i lavoratori. A fine settembre la direzione ci ha comunicato che il cda offriva 6 ore e solo per il mese di ottobre. Ecco perché siamo arrivati allo stato di agitazione dei lavoratori”. Dopo mezzora di presidio, i rappresentanti sindacali sono stato ricevuti dal vice prefetto Rosa Correale, dal presidente del cda della "Casa del sorriso", Tommaso Zerbinati, dal direttore, Nadia Caramore, e dal sindaco di Badia Polesine, Giovanni Rossi, per intavolare una discussione sui vari punti che agitano la “Casa del Sorriso”.

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