VOCE
CARO CARBURANTI
25.03.2022 - 10:51
Basso: “Cifra irrisoria. Non ci si cura di un settore strategico per far arrivare le merci”
Settore dei trasporti ancora una volta in difficoltà, nonostante le misure varate per contenere il rincaro dei costi dei carburanti. Una manovra che, nonostante le buone intenzioni, va ad aiutare soprattutto il cittadino privato, ma che, conferma Walter Basso di Cna trasporti, non ha gli stessi effetti positivi su chi lavora.
Basso, dopo lo spaventoso aumento dei carburanti, le possibilità di uno sciopero poi rientrate, com’è la situazione attuale?
“Abbiamo diverse problematiche ancora in atto, in questi giorni una associazione delle associazioni di categoria ha avuto un incontro con il viceministro delle Infrastrutture e trasporti Teresa Bellanova, per un tavolo che è stato aperto. La categoria viene da una serie di difficoltà iniziate già prima dell’aumento del gasolio, difficoltà che riguardavano alcune normative richieste per regolarizzare il mercato, che da anni presenta criticità”.
Di fronte alla crisi causata dal conflitto sono state emesse alcune misure per contrastare il caro gasolio, sono riuscire a dare respiro?
“Gli effetti della misura introdotta hanno avuto un impatto significativo sul prezzo alla pompa per il consumatore privato, per il settore trasporti non è stato così. L’autotrasporto gode già del rimborso accise di 21 centesimi per ogni litro di gasolio, poiché in Europa le accise medie sono pari a 40 centesimi al litro, mentre in Italia circa 60. Significa, ad esempio, che in uno Stato non italiano in cui le accise sono a 46 centesimi, il trasportatore riceve 6 centesimi di rimborso, sempre in rapporto alla media europea di 40. In Italia abbassando di 25 centesimi al litro il beneficio non è di 25 ma di quattro centesimi. I trasportatori sono ovviamente arrabbiati perché a fronte di un aumento di 40 centesimi gli vengono dati 4 centesimi, una cifra davvero irrisoria”.
C’è quindi il rischio di altre proteste del settore?
“Il fermo del 4 aprile non è stato revocato perché le associazioni non sono soddisfatte e gli autotrasportatori sono in fibrillazione. Lo Stato ha creato un altro fondo specifico per il settore. Si tratta di 500 milioni di euro specificamente dedicato al sostegno del settore autotrasporto con l’obiettivo, per l’appunto, di mitigare gli aumenti dei costi del carburante e dare respiro alle imprese. Questo fondo, per stabilire le modalità, necessita di essere attuato attraverso un decreto ministeriale che verrà fatto entro 30 giorni. Questo significa chiedere ancora pazienza ad un settore che da tempo si dice esausto. Settore che ritiene che bastava semplicemente indicare le modalità per il trasporto all’interno del decreto Ucraina permettendo subito di beneficare di aiuti, invece di dover attendere ancora”.
Rimane il problema della sicurezza dei lavoratori, perché da tempo si chiede un pacchetto normativo che regoli e tuteli gli autotrasportatori?
“C’è urgente bisogno di leggi che diano sicurezza a chi fa questo lavoro, abbiamo un protocollo d’intesa, basato sull’impegno reciproco, ma questo protocollo non è legge. Ci sono dei controsensi soprattutto per quanto riguarda le sanzioni. Abbiamo una legge specifica che stabilisce che il trasporto deve essere pagato entro 60 giorni, ma se non viene fatto non esiste alcuna sanzione che punisca chi non rispetta i termini. Mancano sanzioni anche per quei casi in cui il trasportatore rimane per ore in attesa di caricare, ore che non vengono pagate ma che, ovviamente, dovrebbero esserlo. Ore che il trasportatore deve recuperare, aumentando le ore di guida con il rischio di prendere sanzioni o, peggio ancora, di arrivare a guidare esausto mettendo a rischio l’incolumità di chi gli è intorno. Servono normative che permettano di lavorare, gli autotrasporti hanno un’incidenza sul Pil del 7%, su questo settore passa il 100% dei nostri prodotti. Perché non curarlo?”.
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