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LA GRANDE SICCITA'

"A breve non potremo più irrigare"

La situazione si fa sempre più critica

"A breve non potremo più irrigare"

Quel che resta del Grande Fiume

“Altri 7 giorni senza pioggia e poi non avremo più neanche l'acqua per irrigare. Siamo allo stremo. Serve la dichiarazione di stato di emergenza”, è il grido di allarme lanciato da Lauro Ballani, Presidente di Confagricoltura, che racconta la drammatica situazione nella quale si trovano oggi gli agricoltori polesani con i raccolti di grano e mais già irrimediabilmente danneggiati dalla siccità e le colture del Delta colpite dalla risalita del cuneo salino.

La siccità colpisce anche il nostro territorio. Il Po è in secca, cosa significa questo per il mondo dell'agricoltura?

“Purtroppo non é solo il Po, anche l'Adige soffre in modo particolare. Il fatto è che avere i fiumi in secca vuole dire non avere possibilità di irrigare o non poter irrigare in maniera continua e questo comporta grossi problemi dal punto di vista ambientale, idraulico, sanitario. E con il Po in secca, da dove attinge la maggior parte del territorio polesano, la situazione è drammatica. L'unico che si salva è il Canalbianco perché essendo un canale navigabile si cerca di tenerlo sempre ad un determinato livello d'acqua, ma sono pochi che attingono da lì. Per spiegare a che situazione siamo arrivati, l’idrovora di Calto resterà attiva solo per qualche altro giorno perché con il fiume in secca a breve le pompe pescheranno sabbia e si rovineranno, quindi sanno spente”.

Produzioni agricole a rischio?

“Certo. Il grano lo é già stato, perché non piove da diversi mesi. Si è abbassata anche la falda, non abbiamo neanche più l’acqua di riserva perché manca l'acqua dei mesi invernali. E questo ha già creato problemi nel frumento già nella prima parte di primavera, sono cresciuti in maniera minore e abbiamo un calo di produzione del 40%. Quindi il danno certo c'è. Sul mais la situazione è già in parte compromessa. In alcuni luoghi le irrigazioni di soccorso stanno tentando di salvare il raccolto, ci sono invece terreni dove non si può irrigare. L'arrivo di pioggia oggi può solo mitigare i danni che già ci sono. La soia invece è ancora indietro, abbiamo ancora speranze basterebbe una pioggia nelle prossime settimane. Quello che è certo è che sono a rischio i secondi raccolti, molti pensano di non seminare più perché non ha senso, se non piove. Irrigare, con l'aumento dei carburanti, costa troppo. La situazione é seria. E la preoccupazione va anche agli allevamenti che non avranno alimenti a sufficienza o comunque a bassa qualità. Per non parlare del Delta, dove abbiamo anche il problema della risalita del cuneo salino. Abbiamo individuato già sale a 20 km dal mare. É un disastro”.

Quanto possiamo resistere ancora senza pioggia?

"Pochissimo, nel senso che noi agricoltori facciamo il possibile e continuiamo ad irrigare sperando che piova. Ma fra 7 o 8 giorni non avremmo più acqua per irrigare perché nei momenti di crisi bisognerà salvaguardare l'acqua per altri usi considerati più urgenti. Arrivati a questo punto occorrerà chiedere lo stato di emergenza o stato di calamità per il Polesine per dare una risposta ai nostri agricoltori che dovranno avere adeguati ristori. Tra l'altro purtroppo noi siamo l'ultima provincia e quindi subiamo anche di più perché ci arriva solo l'acqua che gli altri ci lasciano, che spesso viene trattenuta per creare energia”.

Servono interventi? Quali?

“Il problema è che questo fenomeno è sempre più frequente, l'irrigazione di soccorso non può protrarsi da maggio a settembre. Mette in discussione i piani operativi delle aziende, bisognerà cambiare coltivazioni. Oggi si spendono 2mila euro di gasolio al giorno per irrigare, si capisce che così si lavora in perdita. Cosa dobbiamo fare? Accettare attività di ricerca e biotecnologia senza pregiudizi e preconcetti: in questo modo si potrebbero avere coltivazioni con minor fabbisogno idrico visto che le condizioni climatiche sono cambiate dobbiamo cambiare anche noi. Questa è una delle soluzioni, altrimenti fra 10 anni non vedremo più campi coltivati a grano e mais in Polesine. La situazione è grave ed è importante non dimenticarsi di questo momento di emergenza quando sarà finito. Sembra impossibile ma il Polesine é improvvisamente arido e non si riesce a coltivare. Un altro intervento da fare assolutamente è pensare alla turnazione dell'irrigazione. Ma nell'immediato quello che serve è lo stato di calamità per aiutare i nostri agricoltori".

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