VOCE
CAMBIAMENTI CLIMATICI
05.07.2022 - 08:29
“Non ci siamo mai chiesti se potesse accadere. Lo zero termico ormai è salito sopra quota 4mila”
Marmolada: un evento terribile che lascia dietro di sé tanti morti e tanto dolore, ma anche tanti interrogativi sulla salute delle nostre montagne e dei suoi ghiacciai. Ghiacciai che da oltre trent’anni sono in grave pericolo, come spesso raccontato dagli esperti. Tra questi, anche il rodigino Franco Secchieri, glaciologo e autore di numerosi libri sul terribile destino di queste importantissime fonti di acqua e di vita, troppo spesso dimenticati.
Secchieri, che cosa è accaduto sulla Marmolada?
“Domenica si è verificato il distacco di un seracco, un fronte del ghiacciaio. E’ un evento che può normalmente accadere, ma la differenza è stata la sua dimensione e il fatto che è accaduto in un posto, come la Marmolada appunto, dove era totalmente inaspettato. A giocare un ruolo importante il fattore meteo, con alte temperature che hanno provocato lo scioglimento del ghiaccio e un flusso abbondante di acqua che passava sotto di esso: tutti fattori che contribuiscono al verificarsi delle frane. Il distacco del ghiacciaio è stato ciò che ha mosso l’imponente crollo che abbiamo visto e che è arrivato fino a valle. Una massa velocissima ed enorme che è scesa a quote davvero basse fino a raggiungere il sentiero”.
Era un evento prevedibile?
“In parte sì, perché da tempo venivano registrate informazioni sul ghiacciaio, come una forte ablazione, ovvero quel processo di rimozione del materiale disgregato del terreno per opera dello scorrimento dell’acqua, temperature elevate e mancanza di neve. Tre fattori che hanno causato il problema inserendosi in nella variabilità meteorologica, che caratterizza questo momento”.
Cosa sta succedendo alle nostre montagne e in particolar modo ai ghiacciai? Perché vette che superano i 3mila metri registrano temperature anche di 9 gradi?
“Lo zero termico ormai è salito oltre i 4mila metri e la neve è andata in fusione. A causa di queste condizioni i ghiacciai sono in estremo in pericolo”.
Alcuni escursionisti, scesi prima del crollo, hanno parlato di neve ‘marcia’. Cosa significa?
“E’ neve in fusione che rilascia acqua in maniera notevole, una cosa che non dovrebbe succedere. L’acqua penetra nei crepacci e facilita lo scorrimento del ghiaccio nelle rocce. La neve ha una sua vita: da quando cade ha tempo di aumentare la sua massa, succede quando si compatta e il nevato diventa ghiaccio dando origine ai ghiacciai. Le alte temperature stanno spezzando questa ‘vita’”.
Qualcuno ha puntato il dito adducendo che queste persone non dovessero trovarsi lì, cosa ne pensa?
“E’ una salita che conosco molto bene: le persone coinvolte non erano inesperte ed è stato, in parte, un evento imprevedibile. La Marmolada non ha mai dato problemi rilevanti in questo tempo. Non ci siamo mai chiesti se ci potessero essere fenomeni tali da causare una disastro simile. Le persone coinvolte erano distanti, era inimmaginabile che la frana potesse arrivare fin a loro. Una valanga può essere stimabile, un evento del genere, di una violenza del genere, non può essere previsto”.
Si torna a parlare delle condizioni precarie in cui si trovano i ghiacciai, in passato si è cercato di agire con teloni per proteggere ciò che era rimasto: possono davvero servire?
“In queste condizioni non credo possano aiutare a contenere i danni. La montagna, ahimè, non si salva così. L’unica cosa certa è che le montagne come le abbiamo viste 30 anni fa, purtroppo, non le vedremo mai più”.
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