VOCE
IL CASO
09.07.2022 - 13:04
"Il razzismo qui non c'entra nulla". Parte sgombrando il campo da ogni possibile equivoco, Gabriella Gibin, presidente del Coordinamento per la tutela dei diritti degli animali. "L'unica cosa che ci interessa è evitare sofferenze inutili e gratuite agli animali, come, tra parentesi, imporrebbe la nostra legge".
La mobilitazione, puntuale, è scattata in occasione della prima giornata della "Festa del sacrificio", usanza islamica, ma anche ebraica, che prevede la macellazione rituale degli ovini. Solo un numero ristretto di macelli ha l'autorizzazione per vendere in occasione di questa ricorrenza; uno di questi è a Cavanella Po e, quindi, in questo periodo attira clienti da tutta la Regione e non solo.
Il discorso è, chiaramente, delicato. Da una parte ci sono usanze profondamente radicate nella tradizione di quanti rispettano la festa del sacrificio, spesso in Italia da anni e anni; dall'altra la sensibilità di quanti ritengono che questa usanza vada a ledere il diritto degli animali a una morte il più indolore possibile. E' questa la tesi portata avanti da Gibin e da quanti condividono la sua posizione.
Sensibilità e posizioni contrapposte che rendono, quindi, questa celebrazione sempre molto delicata. La questura di Rovigo, nella mattinata di sabato 9 luglio, ha quindi predisposto un efficiente servizio d'ordine per fare in modo che tutto si svolgesse senza problemi, tenendo anche conto del grande afflusso di persone.
Un presidio del coordinamento per la tutela dei diritti degli animali, guidato da Gabriella Gibin, è rimasto all'esterno, manifestando la propria contrarietà.
"Inizia oggi, sabato 9 luglio, la Festa del Sacrificio - esordisce Gibin - Premetto che non ce l'abbiamo con musulmani ed ebrei, ma contro un barbaro rituale che provoca solo dolore e sofferenza ad esseri viventi senzienti".
"Infatti, sia la legge islamica che i precetti ebraici prescrivono una serie di regole da seguire per rendere la carne commestibile ai fedeli di queste religioni. Le caratteristiche del procedimento di uccisione dell'animale sono riassunte nel termine Halal (lecito), per i musulmani, e Kosher per gli ebrei, e non accettano lo stordimento preventivo. L’animale, infatti, deve essere cosciente al momento dell’uccisione, e viene operata la recisione di trachea ed esofago, ma senza spezzare la colonna vertebrale, perché durante la procedura la testa dell'animale non si deve staccare".
"Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in macelli autorizzati, ma non sono rari i casi di macellazione 'familiare', eseguita per festeggiare delle ricorrenze religiose. Gli animali devono essere coscienti al momento dell’uccisione. in Italia sono oltre migliaia tra agnelli, montoni e pecore, gli animali sgozzati vivi in occasione della festa musulmana del Sacrificio, una delle più importanti del mondo islamico che si celebra 70 giorni dopo la fine del Ramadam. Una vera e propria mattanza legalizzata, tollerata da una legge italiana ingiusta e sbagliata che consente di fare quello che agli italiani non è permesso. Questo tipo di macellazione è una crudeltà che dovrebbe essere bandita dall’Italia e da tutta Europa".
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