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TRIBUNALE

"Botte, umiliazioni, estorsione alla compagna": ex pugile condannato

Oltre cinque anni e interdizione per Antonio Brancalion, la difesa annuncia appello

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La condanna è pesante: non solo una pena di cinque anni e due mesi, oltre al pagamento delle spese processuali, ma anche la interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, la interdizione legale per la durata della pena e un risarcimento da pagare di 20mila euro. Questa la sentenza del giudice del Tribunale di Rovigo Sara Zen nei confronti di Antonio Brancalion, rodigino, notissimo ex pugile, che è stato anche campione italiano e campione dell'Unione Europea.

Era accusato di stalking e di estorsione, col giudice che ha ritenuto di riqualificare la prima ipotesi di reato in percosse e minacce, ritenendola assorbita dalla seconda. I fatti, sempre secondo questa ricostruzione, si sarebbero verificati per alcuni mesi, a Rovigo, tra 2016 e 2017.

Secondo il capo di imputazione col quale l'ex pugile è finito a giudizio, avrebbe umiliato, minacciato e indotto a dargli denaro la ragazza, alla quale all'epoca era legato da una relazione affettiva. In alcune occasioni, la avrebbe anche percossa. La avrebbe obbligata a fargli le pulizie, le avrebbe detto che doveva pagarlo per le prestazioni sessuali che lui le garantiva e, "con violenza e minaccia", paventando tra l'altro di lasciarla, la avrebbe indotta a dargli denaro, il bancomat e a comprare quanto lui le chiedeva.

Questo, chiaramente, per quanto attiene la ricostruzione accusatoria, ritenuta riscontrata, pur con alcune modifiche, come detto, dal giudice. Profondamente diversa la lettura dei fatti della difesa, affidata all'avvocato Federica Doni, che preannuncia appello, una volta lette le motivazioni della sentenza. "E' stato dimostrato in corso di dibattimento - precisa tra l'altro l'avvocato Doni - che, nel periodo dei fatti contestati, l'ex pugile si trovava a Civitavecchia mentre la persona offesa viveva a Rovigo ed inoltre aveva tentato di contattare l'imputato per il tramite di conoscenti di Civitavecchia".

Soddisfazione, invece, per la parte civile, con l'avvocato Marco Cestonaro, che esprime "l’auspicio che questa condanna possa spingere chi si trova in una situazione di fragilità e difficoltà a denunciare".

Sia come sia, senza dubbio la vicenda appare destinata a vivere un secondo capitolo.

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