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CORONAVIRUS IN ITALIA

"I positivi asintomatici? A lavorare!"

"Ed è anche ora di smetterla di fare tamponi a tutti"

Coronavirus, è veneto il primo morto in Italia

"Un positivo asintomatico a una carica virale molto bassa al punto che non è necessario l’isolamento. Posso dire di più. Personalmente penso che con tutte le precauzioni del caso, intendo mascherina Ffp2 sempre indossata correttamente, distanziamento previsto dalle normative (almeno due metri) e frequente lavaggio delle mani, potrebbe pure andare a lavorare in un ambiente chiuso dove comunque non sono stipati come sardine. Non ci sarebbe trasmissione di contagi".

E' la frase di Lucio Bomben, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, che ha scatenato una serie di polemiche che hanno ben presto superato i confini del Pordenonese.

"Non ha alcun senso fare i tamponi a tutti - dice ancora - perché in questa maniera si intasa l’intero sistema e diventa impossibile tracciare correttamente i veri rischi, come nel caso di cluster di grosse dimensioni da tenere sotto controllo. È impensabile dover fare a tutti i tamponi perché non si riesce a starci dietro e non si smaltisce il pregresso. Sono oramai parecchi giorni che in Dipartimento il numero delle persone da tamponare è sempre lo stesso, non cala. Questo perché quotidianamente vengono inseriti nuovi nominativi. È poi - sbotta - inutile fare gli ipocriti: se l’Istituto superiore di sanità ha sdoganato i tamponi fai da te in casa significa che ha già deciso di far circolare il virus".

 

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