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LA STORIA

Un dramma sportivo: la miglior squadra polesana sparisce

Il Delta Porto Tolle ha comunque fatto la storia

Un dramma sportivo: la miglior squadra polesana sparisce

L’addio certo del Delta Porto Tolle alla Serie D rappresenta la dipartita della miglior squadra polesana degli anni Duemila. Già, perché nessuno negli ultimi vent’anni (e non solo) è riuscito ad eguagliare i risultati della compagine di Mario e Lorenza Visentini: vedi la vittoria del campionato di D 2012-13 e la conseguente promozione in Lega Pro Seconda Divisione, con la permanenza nei professionisti vanificata soltanto dalla riforma dei campionati che cadde proprio in quella stagione (con ben 9 retrocessioni).

Parliamo dunque di un dramma sportivo, in primis per Porto Tolle ma anche per tutto il calcio del Polesine. Ma forse, venuto meno l’entusiasmo di un tempo, si può rimproverare poco al presidente Visentini, che dal suo arrivo nel 2006-07 ha costruito un giocattolo perfetto (sempre guidato in quegli anni d’oro da Fabrizio Zuccarin, il Ferguson del Polesine), tanto da sfidare a testa alta in piazze storiche come Venezia, Spal, Mantova e tante altre.

Il progetto di riunire sotto un’unica sigla le realtà calcistiche di Porto Tolle (Portotollese, Ca' Venier e Polesine Camerini) nasce nel 1999, dalla volontà di dirigenti come Argentino Pavanati, Damiano Banin, Piero Carnacina, l’attuale sindaco Roberto Pizzoli e Umberto Cavallari (al quale è intitolato lo stadio). I primi anni sono di assestamento, poi la scalata: trionfo nei playoff di Prima (2006-07), vittoria nei campionati di Promozione (2009-10) ed Eccellenza (2010-11, da imbattuto). L’entusiasmo è alle stelle, il pubblico trabocca.

Si affacciano il golden boy di casa Giacomo Marangon e un bomber bolognese, Enrico Gherardi, che da giocatore e allenatore farà la storia del Delta. La serie D viene affrontata di petto: secondo posto dietro al Venezia nel 2011-12 e trionfo l’anno dopo (con tanto di finale in “Poule Scudetto” nazionale), trascinato da un giovane Manuel Lazzari sulla fascia. L’impatto col professionismo è duro e il primo a pagarlo (con l’esonero dopo 13 anni in panchina) è Zuccarin. L’arrivo dell’esperto Favaretto non basta e il Delta retrocede, al termine del drammatico playout di Forlì.

Poi sarà sempre D: i primi tre anni (gli ultimi con un certo profitto, visti i podi targati Tiozzo nel 2014-15 e Parlato nel 2016-17) a Rovigo, dopo le diatribe sullo stadio tra i Visentini e il Comune, e dal 2017 col ritorno a Porto Tolle. Stagioni non facili (complici i tanti allenatori, ben 14 dopo Zuccarin), nelle quali il sogno di tornare in C è rimasto tale. E l’ultimo stentato campionato non deve aver giovato. La chiusura dello storico gruppo ultras Delta ’99, che ha seguito i biancazzurri in tutta Italia, rappresenta l’epitaffio di una splendida avventura.

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