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LENDINARA

Lite mortale, l'accusato non parla

Ha scelto di non rispondere alle domande del giudice

Lite mortale, l'accusato non parla

Ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona. Che ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria. Il marocchino di 31 anni al centro della vicenda giudiziaria resterà in carcere per l'omicidio, commesso secondo l'accusa con una coltellata, del connazionale 32enne, al termine di una lite divampata nella notte tra sabato e domenica scorsi, in un casale di campagna di Lendinara, in via Ca' Mignola Bassa.

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Qui, si sarebbe ritrovato un gruppo di marocchini che lavorava nei campi, per celebrare la festa del sacrificio. La lite sarebbe divampata per alcuni apprezzamenti che il 31enne ora accusato di omicidio avrebbe rivolto alla fidanzata della vittima, che al momento si troverebbe in Marocco. La coltellata, alla gamba, sarebbe risultata mortale perché ha reciso l'arteria femorale.

Dopo il ferimento e la morte del connazionale, il 31enne al quale viene attribuito l'omicidio si sarebbe allontanato, per venire comunque individuato dai carabinieri nella giornata di lunedì 11 luglio, in un bar del Veronese. Qui, era stata data esecuzione al provvedimento di fermo. La competenza per il procedimento penale ora passerà a Rovigo, nel cui territorio è stato commesso l'omicidio.

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