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la crisi di governo

I sindaci: “Non bloccare il Paese”

Viaro: “Follia”. Pizzoli: “Serve stabilità”. Raito: “Draghi è garanzia internazionale”

I nostri sindaci a difesa di Draghi: "E' una garanzia per tutti"

Mario Draghi

Viaro: “Follia”. Pizzoli: “Serve stabilità”. Raito: “Draghi è garanzia internazionale”

Agnese Casoni

ROVIGO - Le recenti dimissioni di Mario Draghi, da presidente del Consiglio, arrivano nel momento più inopportuno, secondo i sindaci del territorio Polesano. Il rischio è di bloccare completamente il Paese e tutte le manovre economiche in fase di approvazione che potrebbero invece aiutarlo a sollevarlo. “Credo che queste dimissioni siano inopportune in un momento di crisi economica, con aumento dei prezzi, super bonus fermo, crediti incagliati ed imprese in difficoltà - commenta Luca Prando, sindaco di Lusia e presidente della conferenza dei sindaci -, aziende che si sono fidate, investendo e assumendo per ripartire e che ora rischiano di vedere tutto vanificato perché siamo rimasti senza colui che ha il volante in mano”. La speranza è quindi che, dopo il rifiuto del presidente Mattarella, arrivi un ripensamento. “Era il momento meno adatto per sacrificare le sorti dell’Italia - continua -. Mi auspico che Draghi ritorni sui suoi passi, con la voglia di portare a termine il suo lavoro. Questa decisione impatta sulle amministrazioni che, grazie al Pnrr stavano cercando di fare investimenti, nel territorio e nella sanità. Significa danneggiare un settore sociale in un momento difficile per il paese. Speriamo che Draghi abbia solo cercato di forzare la mano per tentare di ricompattare il gruppo”.

Secondo gli amministratori queste dimissioni sono la conferma di una crisi della politica che ormai si trascina da tempo. “Un fallimento della classe politica che ha cambiato tre governi in quattro anni - conferma Roberto Pizzoli, sindaco di Porto Tolle -. Il disinnamorarsi della politica da parte dei cittadini nasce da queste non risposte. Il governo doveva guidare l’Italia ad uscire dal momento di difficoltà, dato che il Pnrr è una questione complessa da gestire per via di una burocrazia che rende impossibile fare le cose, soprattutto per i comuni più piccoli”. Inutile andare subito al voto, quindi, se non si è pronti a governare. “Votare? Che lo si faccia per creare stabilità e non per creare fumo negli occhi - prosegue -, Draghi ha voluto dare un segnale forte con le sue dimissioni, il centrodestra afferma di voler andare al voto per dare questa stabilità, ci può stare ma si devono avere i numeri per farlo, concludendo questa legislatura e mandando un segnale forte di partiti in grado di dare risposte al paese, al cittadino e alle imprese”.

La mancanza di coesione tra gruppi impedisce alle amministrazioni di riuscire a programmare. “Una follia. La programmazione non puoi più farla - spiega Luigi Viaro, sindaco di Lendinara -, è tutto bloccato. Dai fondi per gli aumenti di energia a quelli da investire in attività sul territorio, il Pnrr era occasione di fare qualcosa di concreto, ma ormai non c’è certezza di rappresentanza, nessuna regola di ingaggio. C’è una crisi della politica e della vita sociale. La politica è lo specchio della società attuale ed è un sistema da rifare. Noi amministratori siamo abbandonati a noi stessi, facciamo solo una gestione del quotidiano. Urgono esempi di serietà. Altrimenti la gente si allontana dalla politica”.

Tutti concordi, quindi, che questa crisi di governo abbia nuovamente dimostrato che la classe politica italiana è inadatta a svolgere il ruolo che gli viene richiesto.

“Queste dimissioni sono provocate, non volontarie - spiega Leonardo Raito, sindaco di Polesella - e dimostrano che una larga parte della classe dirigente non è in grado di gestire nulla e che i 5 stelle sono il più grande pericolo di questo Paese perché antepongono l’interesse elettorale a quello del paese. Così facendo si va a cambiare un uomo che rappresentava la garanzia che il nostro paese aveva messo a livello internazionale ed europeo. Le ripercussioni preoccupano. Siamo in corsa per la ripresa economica, abbiamo soldi da spendere in tempi certi, rendicontando tutto all’Unione Europa. Il rischio è di perdere tutto perché un governo di qualche mese non si occupa di questioni strategiche e anche se fosse le figure che saliranno non hanno lo stesso impatto che aveva Draghi. Una follia”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    16 Luglio 2022 - 08:16

    chissa' che ne pensano quelli che li hanno votati!! volevano cambiare l'italia...l'europa..il mondo...e sono stati cancellati dalla faccia delle politiche

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