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CORONAVIRUS IN ITALIA

"No alla quarta dose per tutti. E basta tamponi"

L'opinione dell'infettivologo Matteo Bassetti

Muore a 51 anni dopo la prima dose di vaccino

Vaccini

L'infettivologo Matteo Bassetti frena con decisione non solo sulla opportunità di varare la campagna per la quarta dose di vaccino contro il coronavirus per tutti, ma anche sulla reale necessità di continuare a eseguire quotidianamente centinaia di migliaia di tamponi in Italia. Argomenti che vengono affrontati dall'esperto nel corso di una intervista al quotidiano La Verità.

"In due anni la scienza ha fatto enormi progressi, tra il virus del 2020 e quello di oggi c’è una differenza tutta clinica. Prima di tutto strutturale. Chiamiamola genetica e biochimica. Il virus ha subito centinaia di mutazioni. Quello del 2020 non trovava anticorpi. Ed entrava come se fosse in autostrada dentro i polmoni. Oggi si concentra sulle tonsille. E in più trova anticorpi. Coloro che sono solo vaccinati. Coloro che sono guariti. Chi oltre alla guarigione ha fatto la vaccinazione".

Insomma: ad avviso di Bassetti oggi siamo maggiormente protetti dall'azione del virus. "Le forme gravi si vedono ancora ma nei pazienti immunodepressi (leucemici, trapiantati, oncologici). Ma questo è sempre successo. Anche con normali virus influenzali. Nel 2020 su cento malati ne vedevi anche venti con malattie polmonari gravi. Oggi con Omicron lo 0,1% è già tanto".

Secondo Bassetti, poi, il "metodo tamponi" " ècompletamente sbagliato: oggi abbiamo creato il piccolo chimico del 2020. L’altro giorno abbiamo fatto 600.000 tamponi. Tutti cercano il Covid e magari arrivi all’ospedale con una polmonite devastante da streptococco e sei però positivo al Covid. Ma è lo streptococco che devi curare non il Coronavirus. L’unica ricerca che facciamo è Covid sì/no dimenticando tantissime altre malattie infettive. Con letalità che vanno dal 4% al 10%. Se il tampone è negativo non è che non hai niente. Semplicemente non hai il Covid".

 Per quanto concerne la quarta dose, "Gli over 80, vale a dire i più fragili, avrebbero dovuta farla nella prima parte del 2022. Così non è stato. L’informazione ha parlato di altro. La guerra, ad esempio. È su di loro che dobbiamo concentrarci. Di over 80 con tre dosi in terapia intensiva ne vediamo eccome. E pensare oggi di proporre la quarta dose a tutti mettendo sullo stesso piano il sessantenne sano con il novantenne bronchitico cronico, cardiopatico e cortisonizzato è profondamente sbagliato. In più dobbiamo essere chiari: farsi la quarta dose non significa non aver bisogno dei richiami annuali. Non vedo affatto l’urgenza a luglio di vaccinare con la quarta dose persone che abbiano meno di 80 anni".

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