VOCE
POLESELLA
20.07.2022 - 16:00
Polesella non ha dimenticato l’eroismo dei giudici uccisi dalla mafia e, nella serata del 19 luglio, ricorrenza del trentennale dalla strage di Via D’Amelio, l’Amministrazione Comunale ha organizzato un momento commemorativo presso il cippo intitolato ad Antonino Caponnetto nella piazzetta di fronte al municipio.
Di fronte a una vasta rappresentanza del mondo delle associazioni, al parroco Don Umberto, ai carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Pietro Giusto, il sindaco Leonardo Raito, alla presenza di assessori e consiglieri comunali, ha introdotto la serata dando il via all’accensione di 11 candele che ricordavano i giudici Borsellino e Falcone, la moglie di quest’ultimo e gli otto agenti delle scorte morti negli attentati del 1992.
I rappresentanti delle associazioni hanno poi letto sette pensieri dei giudici Borsellino, Falcone e Caponnetto con riflessioni che hanno spaziato dal compito delle istituzioni all'importanza dello spirito di servizio, finanche al fondamentale ruolo della scuola e delle istituzioni educative.
Raito ha poi pronunciato l’orazione ufficiale, ricordando il sacrificio di Borsellino e dando ampio spazio anche ai ricordi personali: "I martiri civili, parimenti, tengono fede ai propri valori, alle proprie convinzioni, a un supremo ideale di bene comune che testimoniano ogni giorno con il proprio lavoro, con il proprio impegno, con lo sforzo teso al risultato. Borsellino è stato un martire civile, che ha perso la vita per la fedeltà nei propri valori, nello spirito di servizio che deve contrassegnare le istituzioni. Pochi giorni prima di morire, saputo quello che si preparava per lui, chiese al suo confessore di confessarlo, a conferma della sua fede, la stessa che testimoniò anche il giorno della morte non perdendo la santa messa".
"E nello stesso giorno, svegliatosi presto, come sempre faceva, aveva preso carta e penna e aveva preparato la risposta a una liceale di Padova che gli aveva scritto rimproverandolo per la sua assenza all’assemblea di istituto a cui era stato invitato. Lui, istituzione tra le più note del contrasto alla mafia, si era sentito in dovere di spiegare a quella ragazza, di chiarire il perché della sua assenza, dimostrando che solo il coinvolgimento dei cittadini nelle grandi sfide sia il viatico per un messaggio di rinnovata fiducia e di forza".
Il Sindaco ha poi ricordato la storia del cippo intitolato a Caponnetto, voluto dall’amministrazione guidata da Ornella Astolfi in occasione di una giornata della legalità che aveva portato a Polesella, a un incontro con le scuole, la vedova del giudice. A conclusione della cerimonia, poi, Don Umberto ha recitato una preghiera dedicata ai magistrati e alle vittime della mafia.
Nel territorio della provincia di Rovigo, quella di Polesella è stata tra le pochissime commemorazioni. Il dovere di non dimenticare e di tributare i giusti onori a chi ha dato la vita per rispetto dei valori di giustizia e legalità ha trovato, nella serata, una piena consapevolezza nei presenti.
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