VOCE
CARO BOLLETTE
25.07.2022 - 07:54
Vetro, cemento e plastica, ma anche il settore alimentare e il commercio sono a rischio chiusura
E’ di 11,8 miliardi di euro il costo aggiuntivo che le imprese venete subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas. La stima è stata calcolata dall’Ufficio studi della Cgia che è giunta a questo risultato ipotizzando, per l’anno in corso, gli stessi consumi registrati nell’anno pre-pandemia, applicando però per l’intero 2022 le tariffe medie di luce e gas sostenute in questi ultimi sei mesi. Una stangata che rischia di provocare una vera debacle al nostro sistema produttivo.
Gli 11,8 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati; se dal prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un’impennata che spingerà il costo medio dell’ultima parte dell’anno ad un livello molto superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022.
Confronto Se nel 2019 il costo medio dell’energia elettrica per le aziende ammontava a 52 euro per Mwh, nei primi sei mesi del 2022, invece, si è attestato a 250 euro (+378%). Pertanto, a fronte di un consumo delle imprese venete di 23.715 Gwh, il costo totale in capo a queste realtà nel 2019 ha toccato i 3,9 miliardi di euro; quest’anno, invece, la bolletta toccherà gli 11,8 miliardi di euro (differenza +7,9 miliardi). Per il gas, viceversa, se tre anni fa il costo medio era di quasi 16 euro per Mwh, nel primi sei mesi del 2022 il prezzo ha sfiorato i cento euro (+538%). Perciò, a fronte di un consumo medio annuo delle aziende venete di 33.140 Gwh, nel 2019 le stesse hanno sostenuto un costo medio complessivo pari a 1,1 miliardi di euro, contro i 5 miliardi del 2022 (differenza +3,9 miliardi di euro).
Ebbene, sommando i 7,9 miliardi di extra costi per la luce e i 3,9 per il gas otteniamo gli 11,8 miliardi di costi aggiuntivi che le imprese venete dovranno farsi carico quest’anno rispetto al 2019.
Per Regioni A livello territoriale le realtà che più delle altre subiscono i rincari maggiori sono, ovviamente, quelle dove la concentrazione delle attività imprenditoriali è più elevata. Se, rispetto al 2019, in Lombardia il costo aggiuntivo per far fronte ai rincari di luce e gas toccherà quest’anno i 24,4 miliardi di euro, in Emilia Romagna sarà di 12,4, in Veneto, come abbiamo appena segnalato, di 11,8 e in Piemonte di 9,8 miliardi. Oltre il 63% dell’extra costo totale nazionale di luce e gas è in capo alle aziende del Nord.
Rincari record Nell’ultimo anno gli incrementi di prezzo per le imprese sono stati spaventosi. Quello dell’energia elettrica è aumentato del 220 per cento; infatti, se a giugno 2021 la media mensile del prezzo unico nazionale era pari a 84,8 euro per Mwh, lo scorso giugno è salito a 271,3 euro. Segnaliamo che a marzo aveva toccato il picco massimo di 308,1 euro. Il prezzo del gas, invece, sempre nell’ultimo anno è cresciuto addirittura del 274 per cento; se nel giugno dell’anno scorso di attestava sui 28,1 euro al Mwh, 12 mesi dopo si è attestato a 105,2 euro, anche se a marzo di quest’anno aveva toccato la punta massima di 128,3 euro.
Governo “Dopo le dimissioni del premier e lo scioglimento delle Camere, comunque - scrivono dalla Cgia - Draghi dovrà continuare a chiedere a Bruxelles l’introduzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Questa rimane l’unica soluzione per calmierare i costi a famiglie e imprese, raffreddando una delle voci che sta alimentando l’impennata dell’inflazione che, sembra, non sia destinata a fermarsi. A rischio ci sono centinaia e centinaia di migliaia di imprese e tantissimi lavoratori autonomi”.
Rischio chiusura Con aumenti dell’energia elettrica e del gas che nell’ultimo anno sono stati rispettivamente del 220% e del 274%, i settori energivori sono più a rischio degli altri. Per quanto riguarda il consumo del gas, segnaliamo le difficoltà che da mesi stanno colpendo le imprese venete del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica e simili.
Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l’alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, eccetera), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, eccetera).
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