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LA CRISI DI GOVERNO

“Zls: a rischio investimenti, lavoro e soldi del Pnrr"

“Dal ministro Carfagna mi aspetto responsabilità, altrimenti le imprese saranno condizionate”

“Zls: a rischio investimenti, lavoro e soldi del Pnrr"

“Dal ministro Carfagna mi aspetto responsabilità, altrimenti le imprese saranno condizionate”

Rischiamo grosso. Inutile girarci intorno: “Perderemo parte dei fondi del Pnrr, ma la cosa più grave è che in questo modo non riusciremo a fare investimenti che per noi sono fondamentali”. E poi c’è a partita della Zes. “Faccio un appello al ministro Carfagna: la convenzione firmata con la Regione è soltanto da varare. Non c’è niente di straordinario: anzi, è attività ordinaria. Sarebbe gravissimo non venisse firmata, anche perché siamo già ben oltre i termini previsti”. Il grido d’allarme è quello del presidente di Confindustria Venezia-Rovigo Vincenzo Marinese.

Presidente, è preoccupato dalla caduta del governo?

“Non la vedo per niente bene. La politica ha una grave responsabilità. Nella vita ci vuole coerenza: soltanto a gennaio abbiamo assistito a dichiarazioni trasversali in cui si chiedeva a Mario Draghi di continuare il proprio percorso alla guida del governo, definendo questo aspetto ancora più importante rispetto alla scelta del nuovo capo dello Stato. Lo dicevano i politici, non ce lo possiamo dimenticare. E ora, invece, guardate cos’hanno fatto”.

Che rischi intravede, da questa fine anticipata della legislatura?

“Ho sempre manifestato i miei dubbi sul Pnrr: ora quei dubbi stanno diventando certezze. Non riusciremo a scaricare a terra i progetti che contavamo di realizzare. Perderemo parte dei fondi disponibili e resteremo al palo con gli investimenti fondamentali. Per non parlare poi del percorso delle riforme che dovevano essere fatte e che invece si fermeranno. E poi c’è la guerra, con il suo impatto impressionante dal punto di vista economico e sociale. Non dimentichiamoci poi della pandemia: non ne siamo per niente usciti, e in autunno ci sarà da fare un’imponente campagna vaccinale. Il governo Conte è rimasto in piedi perché dicevano che era impensabile andare al voto con la pandemia, oggi invece? Quanto accaduto è disarmante. Era meglio andare a elezioni da subito...”

Oltre al Pnrr, rischiamo di perdere anche la Zls, così importante per il Polesine?

“Mi auguro di no. Ma faccio appello al ministro Mara Carfagna: la convenzione è pronta, sarebbe gravissimo non la firmasse. O meglio: sarebbe un atto con una connotazione politica fortissima. Voglio ricordare che il ministro è di Forza Italia, e io ricordo bene le parole di Berlusconi, quando disse che sogna un’Italia in cui il pubblico non condiziona l’attività del privato. Voglio dire al presidente che c’è qualcuno del suo partito che rischia di ledere questo principio, condizionando fortemente il privato. Mi auguro che, anche per una questione di credibilità politica, quel protocollo venga attuato, nei tempi e nei modi che sono già previsti”.

Quali sono i tempi per l’approvazione?

“Sessanta giorni dalla consegna del piano strategico. Un termine scaduto nel giugno scorso: per questo dico che bisogna firmare subito. Basta un decreto del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro della coesione territoriale. Per questo dico che basta volerlo: sarebbe un bel segnale di fiducia. Altrimenti corriamo il rischio di andare molto avanti con i tempi, cioè dopo l’insediamento del nuovo governo”.

Partire nel 2023 sarebbe troppo tardi?

“Per carità, avrebbe senso farlo lo stesso perché il piano arriva fino al 2027, ma non capisco proprio perché impedirne lo sviluppo da subito”.

Quali altre conseguenze causate dalla crisi politica?

“Il blocco dei provvedimenti per contrastare il caro energia, il caro benzina, e soprattutto la delega sul fisco, per la riduzione del cuneo. Di certo non andrà in porto e sarà un grosso problema. Stiamo affrontando una terribile inflazione, che stiamo pagando tutti, a partire dal carrello della spesa. E di fronte a tutto questo c’è chi, per motivi assolutamente inspiegabili fa cadere il governo. E’ un giochetto della politica, dovrebbero dirlo chiaramente”.

Parole dure...

“Non ne faccio una questione politica: racconto soltanto i fatti. Ho già detto, comunque, di sentirmi tradito: bisogna essere leali, e noi nelle aziende non possiamo adeguarci ai tempi delle burocrazie. Abbiamo problemi urgenti, e vanno affrontati con concretezza, non con demagogia”.

Presidente, dica la verità: se glielo chiedessero, lei si candiderebbe?

“Ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello. Voglio però lanciare un appello alla classe media, a chi è moderato non solo a parole: a settembre bisogna andare a votare in massa perché l’astensionismo fa danni. E dobbiamo puntare sulle competenze delle persone, e non certo sul principio che uno vale uno. Uno vale uno soltanto nel momento in cui noi non andiamo a votare: tutta la responsabilità su chi sarà eletto è nostra. E oggi più che mai abbiamo bisogno di affidarci a persone competenti”.

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