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ADRIA

Padre Sergio, 50anni da cappuccino

Ha ricordato le tappe della sua esperienza pastorale. Raccolti mille euro destinati alla parrocchia

Padre Sergio, 50anni da cappuccino

Ha ricordato le tappe della sua esperienza pastorale. Raccolti mille euro destinati alla parrocchia

La comunità di Fasana, insieme a tutta l’unità pastorale con Ca’ Emo e Botti Barbarighe, si è stretta attorno al padre cappuccino Sergio Andriotto per festeggiare insieme il 50esimo di ordinazione sacerdotale nel paese che gli ha dato il natale.

Momento culminante delle celebrazioni è stata la messa solenne celebrata nella chiesa Beata Vergine delle Grazie animata dai canti del coro polifonico della Cattedrale diretto da Giovanni Ranzato. La celebrazione liturgica è stata presieduta da padre Sergio e concelebrata con il parroco don Lucio Pollini, quindi don Giuseppe e don Giacomo oltre ai padri cappuccini fra Gianni originario di Fasana e fra Norman proveniente dal Benin. Quest’ultimo, al termine del rito liturgico, ha letto una toccante testimonianza di affetto verso padre Sergio definito “fratello, padre, maestro e patriarca della diffusione della parola di Cristo”.

Nell’omelia padre Sergio ha ripercorso le tappe principali della propria esperienza pastorale. Partendo proprio da Fasana dove è nato nel 1942 e cresciuto in una tipica semplice famiglia contadina, dedita al lavoro della terra e della stalla.

“Fin da piccolo – ha ricordato - mi sono occupato di mansioni di questo tipo, eppure anche nei campi e durante la mungitura delle mucche, mi sono sempre sentito confortato e guidato dalla Gloria della Trinità, che mi ha portato a partecipare continuamente alle diverse iniziative parrocchiali, a far parte dell’Azione cattolica per poi entrare nell’Ordine dei figli di San Francesco, cioè dei padri cappuccini”.

Con commozione ha ricordato la sua ordinazione sacerdotale nella sua chiesa di Fasana il 29 giugno del 1972, ricevuta dalle mani di mons. Giovanni Battista Piasentini, vescovo di Chioggia.

“Padre Sergio – ricorda Michela Bagatin, una volontaria della parrocchia - ha interamente dedicato la sua vita all’evangelizzazione della parola di Dio, che l’ha portato a diffonderla ovunque anche in Thailandia, dove è stato missionario per 10 anni, assieme a due confratelli, per assistere le persone in una remota comunità di cappuccini, appena fondata, e per assistere e curare quanti, soprattutto bambini, scappavano dalla guerra del Vietnam. Da quell’esperienza nasce uno dei principi morali della sua vita: ‘Ave Maria e avanti’. Questo diceva ai figli dei rifugiati, che dovevano percorrere distanze lunghissime per riabbracciare i genitori una volta alla settimana. Poi questo messaggio di incoraggiamento e speranza è stato adottato dagli stessi ragazzi per incoraggiarlo fra i tanti ostacoli, dovuti agli sforzi per provvedere a restituire a quelle persone la dignità pur nell’indigenza”.

Tornato in Italia, il cappuccino si è dedicato alla cura delle anime nell’ospedale della Casa del sollievo e delle sofferenza a San Giovanni Rotondo, il paese di padre Pio, mentre ora è impegnato come confessore nella basilica della Santa Casa di Loreto dove è approdato 14 anni fa. Dal 2008 ha ottenuto la licenza, da papa Benedetto XVI, come esorcista. Tutta la sua esperienza religiosa è stata contrassegnata da una forte devozione alla Madonna.

Al termine della messa la comunità parrocchiale di Fasana, Botti Barbarighe e Ca’ Emo hanno reso omaggio a padre Sergio con una targa in ricordo del 50.mo e con il volume “Valli Adriane” romanzo storico scritto da don Lucio Pollini. Al termine della messa, nella sala parrocchiale si è svolto un momento ricreativo con brindisi e taglio della torta dedicata all’anniversario, mentre padre Sergio ha ringraziato tutto per l’accoglienza, la partecipazione e il grande affetto dimostrato in questa particolare circostanza. Il cappuccino si è fermato in paese per un breve periodo tra parenti e compaesani.

Durante i festeggiamenti in onore a padre Sergio sono stati raccolti 1.000 euro destinati alla parrocchia per le necessità della chiesa. Il parroco ricorda che tale risultato è stato possibile grazie ai molti alimenti offerti da una ditta di Loreo.

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