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LA GRANDE SICCITA'

II cuneo salino è risalito di 45 chilometri: mai successo

Il dissalatore si sposta a Corbola, per "inseguire" il mare che invade il grande fiume

Po Siccità 10

Acquevenete sposta il dissalatore da Ponte Molo a Corbola per cercare di contrastare la risalita del cuneo salino. L’acqua di mare, ormai, è in prossimità della centrale di prelievo di Garzara, località di Corbola, che sorge a circa 45 chilometri dalla bocca di punta Maistra. A Ponte Molo, già da una settimana, il dissalatore noleggiato appositamente dalla Spagna è stato disattivato, a causa di livelli di conducibilità troppo alti riscontrati nell’acqua, la cui salinità è ormai circa cinque volte superiore ai limiti di guardia. Dunque, l’apparecchio sarà rimesso in funzione a Corbola, nel tentativo di continuare il pescaggio dal Po ed alimentare la rete idrica locale, che serve bacino di utenza di 40mila abitanti.

Al contempo, Acquevenete sta potenziando l’erogazione da Adria - proprio a protezione della centrale di Corbola - per continuare a garantire la fornitura d’acqua potabile nel Basso Polesine.

“Dopo aver messo in sicurezza il problema drammatico della risalita del cuneo salino lungo il Po e il Livenza - fa il punto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in veste di commissario delegato per gli interventi urgenti per la gestione della crisi idrica - abbiamo deciso di mettere in atto delle azioni per aumentare la portata del fiume Piave e tutelarne il sistema idrico complessivo. Siamo in un momento importante anche per il mondo agricolo, in cui le coltivazioni maturano e siamo vicini alla raccolta autunnale. Nel caso del Piave si tratta di tutelare da un lato i vigneti e dall’altro tutte le coltivazioni di cereali”.

L’unità di crisi ieri, infatti, si è concentrata sull’affrontare la diminuzione della portata del fiume Piave che ha ripercussioni su un ampio sistema idrico a livello regionale.

Il soggetto attuatore per il coordinamento Nicola Dell’Acqua ha chiesto al soggetto attuatore Enel Green Power di predisporre un decreto per favorire un maggiore rilasciodai laghi del Mis, Pieve di Cadore o Santa Croce, al fine di tutelare il sistema idrico legato al fiume Piave. L’obiettivo, come indicato dal commissario straordinario, è quello di tutelare le coltivazioni, a monte quelle vitivinicole e a valle cerealicole, che molto stanno soffrendo a causa della mancanza di precipitazioni. Con l’aiuto di Enel Green Power si provvederà ad aumentare la portata delle acque del Piave.

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