VOCE
ADRIA
04.08.2022 - 13:00
Era l’occasione per discutere in consiglio comunale la tanto controversa pista ciclabile Valliera-Adria. Invece ancora una volta la giunta e la maggioranza civica si sono chiuse in se stesse, hanno alzato un muro al confronto ed hanno respinto la proposta avanzata dai consiglieri della Lega Paolo Baruffaldi ed Emanuela Beltrame.
Alla fine, intorno a mezzanotte e mezzo, la mozione ha raccolto soltanto tre voti favorevoli (i due leghisti più Sandro Gino Spinello del Pd), assenti tra i banchi dell’opposizione Massimo Barbujani (Bobosindaco), Lamberto Cavallari (Cavallari2.0) e Giorgia Furlanetto (indipendente). Nove i voti contrari di Ibc e SiamoAdria, assenti tra le fila della maggioranza Cristian Andriotto e Simone Visentini.
Votando contro, giunta e maggioranza civica si rifiutano di confrontarsi con la comunità di Valliera direttamente interessata all’infrastruttura. Infatti finora nessun incontro è stato fatto con la cittadinanza e, in paese, anche coloro che si dicono favorevoli all’iniziativa, contestano il mancato coinvolgimento della frazione dove non è mai stato presentato il progetto. Magari confrontandosi con la popolazione potevano emergere suggerimenti e proposte per migliorare il progetto stesso rispondendo alle molteplici esigenze dei residenti.
Infatti nell’ultima parte della mozione letta da Baruffaldi, si chiedeva che venisse organizzato un incontro pubblico in paese per illustrare le tre proposte di percorso della ciclabile: quella elaborata dalla giunta, quella indicata dal Partito democratico e quella messa a punto dalla Lega. Invece, niente. La giunta ha deciso di andare avanti per la propria strada e l’assessore Marco Terrentin ha annunciato in aula che i lavori inizieranno prima di quanto si possa immaginare.
La mozione del Carroccio non chiedeva altro che avviare un progetto di fattibilità su una proposta alternativa di percorso. “L’idea - spiega Paolo Baruffaldi – è quella di realizzare un’asta ciclabile che parte da Baricetta, precisamente dalla stazione ferroviaria, si snoda tutta sul lato sud della ferrovia, attraversa il centro abitato di Valliera per arrivare all’altezza della floricultura Frigato, per staccarsi dalla ferrovia e immettersi su viale Risorgimento dove si trova l’ecocentro. Quindi il nostro tracciato prevede di proseguire su viale Risorgimento fino ad arrivare in via Malfatti e agganciarsi al tratto ciclopedonale nell’area verde davanti al cimitero e, attraverso via Spolverin, si è in centro ad Adria”.
Evidente l’amarezza per la totale chiusura. “Ci attendavamo da Terrentin una risposta nel merito – commenta deluso il capogruppo leghista – invece ha svolto un comizio con tale passione che alla fine i suoi lo hanno pure applaudito come fossimo in piazza. Dispiace, un'altra occasione persa”.
Ma la vostra proposta riservava qualcos’altro?
“Si – spiega Baruffaldi – se ci fosse stata la possibilità di discutere seriamente la questione, la nostra proposta non chiede altro che uno studio di fattibilità anche per capire quanto potrà costare. Siamo convinti che il nostro tracciato sarà meno costoso rispetto ai 950mila euro previsti dalla giunta. Pertanto, secondo noi, c’era la possibilità di realizzare anche il tratto ciclopedonale adiacente il lato nord della Sr443 da via San Pietro Basso al semaforo di via Pescheria, in sostanza l’ultimo tratto del loro progetto, per dare un tragitto sicuro ai residenti di San Pietro Basso, Cavedon e Orticelli. Ma di fronte a un assessore che fa un comizio, non può esserci discussione”.
Il capogruppo Ibc Enrico Bonato ha detto che il vostro tragitto non risponde alla domanda di sicurezza.
“La nostra proposta risponde a una triplice domanda di sicurezza: alla popolazione di Valliera, ai residenti della zona di Cavedon e a quelli di viale Risorgimento che i civici ignorano completamente. Inoltre si offriva una possibilità anche a quelli di Baricetta. Non accetto lezioni di sicurezza da Bonato, sarà lui a dover spiegare ai residenti di Valliera, Cavedon, Baricetta e viale Risorgimento perché non vengono ascoltati”.
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