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LA TESTIMONIANZA

"Oss, veri angeli custodi"

Il professor Crepaldi: “All’esterno non ce ne rendiamo pienamente conto, ma sono un patrimonio di umanità”

Uil Fpl contro la Regione Veneto per il caso Oss

Il professore: “All’esterno non ce ne rendiamo pienamente conto, ma sono un patrimonio di umanità”

Livio Crepaldi c’è ma non si vede. E’ ospite da diverso tempo nella residenza Anni azzurri Sant’Anna di Villadose. Il 16 luglio scorso, festività della Madonna del Monte Carmelo, ha tagliato il traguardo dei 93 anni. Il fisico è stanco dopo il malefico attacco del virus, ma la mente è sempre lucida.

Tanto lucida che arriva a dire: “Il Signore mi ha conservato la mente ancora lucida – dice al telefono – Osservando la mia condizione, posso dire che non so se e quando potrò uscire da qui. Ma il Signore mi dà anche la forza della speranza per vivere le giornate con serenità, accettando la condizione nella quale mi trovo”.

Una condizione che lo porta a riflettere sulla situazione del personale ospedaliero e delle residenze per anziani, quasi a voler portare avanti la sua battaglia intrapresa per decenni nel mondo della scuola, nell’Azione cattolica fino a diventare vicepresidente nazionale, nel mondo ecclesiale dove ha ricoperto importanti ruoli e in politica come autorevole e irrinunciabile punto di riferimento, oltre che consigliere comunale a Palazzo Tassoni. Adesso il suo impegno è rivolto agli “angeli” delle residenze per anziani.

“Qualche mese fa – ricorda Livio Crepaldi – ho voluto onorare pubblicamente il personale medico, infermieristico e ausiliare dei tre ospedali di Adria, Rovigo e Trecenta dove ho trascorso un po’ di tempo a causa del virus. Adesso sento il desiderio, ma ancor più il dovere, di dare testimonianza dell’opera encomiabile di quel personale, in larga parte femminile, conosciuta come Oss. Una brutta sigla che sta per operatore socio sanitario. Con loro ho maturato ormai una continua e lunga esperienza. Posso assicurare che è un personale straordinario. All’esterno non ce ne rendiamo pienamente conto”.

E spiega: “Questo personale svolge la propria professionalità a carico delle persone più fragili e spesse volte sole. Persone che hanno sì bisogno di assistenza per il fisico che non regge più da solo, ma ancor più hanno bisogno di sostegno morale. Persone che devono prendere coscienza che non stanno vivendo una parentesi, ma una nuova fase della propria vita”.

E spiega: “Questi operatori, ma voglio sottolineare in stragrande maggioranza operatrici, hanno cura di tutta la persona nella sua fisicità più quotidiana, giorno e notte. E’ un personale competente per la sua professionalità, dedito alle persona fin dalle sue necessità più semplici e concrete. Guai se mancassero queste figure professionali. Lo dico per le persone che mi seguono in questa struttura, ma so che vale per tutte le altre residenze per anziani”.

A questo punto Livio Crepaldi va oltre. “Voglio segnalare la capacità di queste operatrici socio sanitarie di promuovere la relazione positiva e preziosa tra e con gli assistiti. Il primo pensiero va alle carenze fisiche di una persona: da questo punto di vista la loro professionalità è ammirevole. Per quanto mi riguarda mai ho visto una o uno di loro rispondere a una mia chiamata con aria infastidita o con l’atteggiamento di chi deve assolvere una mansione fine a stessa. Voglio chiamarli angeli custodi perché in ogni situazione mettono in campo prima di tutto un patrimonio di umanità, di sensibilità e delicatezza che non hanno prezzo. Questo e tanto altro – rimarca il professore – aiuta l’ospite a vincere un male oscuro della terza età: la solitudine. Queste operatrici e operatori hanno una carica di umanesimo integrale di cui non ci rendiamo pienamente conto, se non quando veniamo in contatto con loro”.

La chiacchierata telefonica con il professore arriva a conclusione ma prima vuole lanciare un appello. “Mi auguro – rimarca Livio – che questo mio modesto encomio pubblico serva a tutti, dalle istituzioni alle forze sociali ma soprattutto all’intera comunità, a prendere maggiormente coscienza di questo inestimabile patrimonio umano prima ancora che professionale affinché il loro lavoro, i loro sacrifici, le loro competenze abbiamo sempre più e meglio i riconoscimenti che si meritano”.

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