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L'ALLARME

Il Polesine si sta spopolando: "Servono immigrati"

L'allarme del sindacato Cgil: “Agire per invertire la tendenza”

Business migranti, guai per Edeco

La Cgil di Rovigo punta l’accento sul calo demografico in Polesine e sulle ricadute nel mondo del lavoro. Una recentissima ricerca della fondazione “Di Vittorio” mette in evidenza un’importante emergenza. Questa approfondita ricerca rileva infatti che in Italia tra vent’anni il bacino di persone in età lavorativa (15 - 64 anni) subirà una drastica diminuzione pari a 6,8 milioni di persone. Al contrario la popolazione non in età da lavoro (under 15 e over 64) registrerà una crescita di ben 3,8 milioni d’individui, mentre l’età media crescerà di quattro anni.

Pieralberto Colombo, segretario polesano della Cgil fa sapere che “per la provincia di Rovigo, in prospettiva, questo fenomeno dovrebbe preoccupare se possibile ancora di più, visto che solo nell’ultimo anno siamo passati dai 230.766 abitanti di gennaio 2021 ai 229.097 di gennaio 2022. Senza scordare che negli ultimi dieci anni la popolazione in Polesine è calata di quasi dodicimila unità e restiamo la Provincia più ‘anziana’ del Veneto. Questa tendenza dovrebbe essere per tutti una priorità da affrontare. Dal mercato del lavoro locale (già ora in difficoltà per alcuni settori) all’ambito sociale, affossando così sempre più il welfare pubblico universale a partire dalla tenuta del nostro sistema previdenziale. In tal modo si acuirebbero le già tante diseguaglianze”.

Per questi motivi l’evidenza dei dati “deve far preoccupare e le ricette per invertire la rotta devono essere trovate fin da ora. A livello locale per frenare il grave fenomeno dello spopolamento è indispensabile che tutti gli attori del territorio s’impegnino concretamente in sinergia per favorire uno sviluppo economico e sociale di qualità, per rendere di nuovo attrattivo il nostro territorio".

"Ma inevitabilmente il superamento di questo grave problema non può che passare finalmente anche attraverso una seria e ‘non urlata’ politica sull’immigrazione. In primis si dovrebbe evitare di agitare il tema dell’immigrazione come una sorta di clava per colpire l’immaginario delle persone. Invece di trattare l’immigrazione solo come un problema di pubblica sicurezza, sarebbe necessario ragionarci con oggettività e consci che uno dei maggiori problemi del nostro Paese nei prossimi 20 anni sarà invece quanto dimostrato dalla ricerca della fondazione “Di Vittorio”. La vera accoglienza delle persone straniere più in difficoltà può aiutare la stessa sostenibilità del nostro sistema di welfare e dello stesso mercato del lavoro, come si è ben visto anche in Polesine. Lo si è giustamente dimostrato con l’emergenza dei profughi ucraini”.

Per la Cgil “se si vuole affrontare il grave problema del costante calo demografico, anche le politiche migratorie vanno gestite senza demagogie ma seriamente. A partire dal riconoscimento della cittadinanza ai ragazzi che vivono ormai stabilmente nella nostra società e frequentano le nostre scuole”. Accanto a ciò, “è necessario costruire veri e stabili canali d’ingresso per ricerca di lavoro regolare, accompagnati da politiche serie d’integrazione. In questo modo si affronterebbero in modo costruttivo, senza agitare inesistenti fantasmi, due temi correlati è così importanti per il nostro futuro”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    09 Agosto 2022 - 09:51

    consiglio disinteressato:comincino le loro sedi sindacali ad assumere....poi gli altri.

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