VOCE
IMPRESA
10.08.2022 - 06:00
Fabbriche e lavoro a singhiozzo. In balia di crisi energetica, inflazione e difficoltà di reperimento delle materie prime. E così l’autunno caldo si scopre essere arrivato in netto anticipo. Certo con ferie e chiusure d’agosto il sistema industriale riuscirà a tamponare, ma da settembre tutti i nodi, anzi i conti verranno al pettine. E già adesso ci sono aziende, nel settore metalmeccanico, ma non solo, costrette a rallentare la produzione per mancanza di componenti, per l’esorbitante costo dell’energia, o per la rarefazione dei mercati nell’Europa orientale alle prese con la guerra in ucraina e con le sue conseguenze sul sistema produttivo, e dei trasporti.
Alla Carraro di via dell’Indistria, tanto per fare un esempio, ci sono decine di trattori (si parla di oltre 200) fermi sul piazzale che aspettano componenti per essere completati. Macchine già vendute ma che non possono essere consegnate perché incomplete. Alla fonderia di Borsea, invece, i rialzi dei costi dell’energia da tempo impongono stop&go alla produzione perché in alcuni momenti il costo energetico diventa superiore al guadagno, in questo caso l’unico rimedio è rallentare la produzione per non “andare fuori giri”.
Altro esempio: l’Irsap di Arquà Polesine o gli stabilimenti del gruppo Sit, dove il freno alla produzione è imposto dalla situazione di alcuni mercati di riferimento. Si tratta di aziende che nel corso degli anni hanno sviluppato una rete commerciale in diversi Paesi dell’Europa dell’Est, mercati ora messi in stand-by dalla guerra in Ucraina e dalle incertezze economiche e finanziarie collegate agli sconquassi che sta provocando.
“Purtroppo - commenta Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo - sta succedendo quello che avevano previsto. Si parlava di autunno caldo, ma qua siamo già in autunno sotto questo punto di vista. Le imprese devono fare i conti con questo tipo di situazioni. Contromisure? L’auspicio è che il governo possa fare di più per fermare spirale inflattiva e aumenti dei costi dell’energia. In Spagna, ad esempio, il governo sta facendo parecchio per sostenere le imprese e fronteggiare questa crisi. Ci troviamo in una situazione quasi paradossale, con aziende che hanno ordinativi ma che faticano a soddisfare per costi energetici e difficoltà a reperire materie prime che arrivano da varie parti del mondo”.
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