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LA GRANDE SICCITA'

"Dovremo smettere di prendere acqua dal Po"

Per il futuro dell'approvvigionamento si pensa all'Adige

Rubinetti a singhiozzo domani

Bassopolesine ancora sotto la dura morsa della siccità, nonostante gli interventi messi in atto per contenere l’emergenza. Ancora fermo l’impianto di dissalazione, installato alla fine del mese di giugno da Acque Venete, per contrastare le difficoltà di prelievo causate dalla risalita del cuneo salino, e da valori tutt’ora troppo alti di sale nell’acqua.

“Il dissalatore ha lavorato per tutto il mese di luglio, servendo la zona coperta dalla centrale di ponte Molo - spiega Giacomo Carletti di Acque Venete - Verso fine luglio e nella prima settimana di agosto le condizioni di risalita del cuneo salino sono peggiorate e si è stati costretti a spegnere la centrale di Ponte Molo. Attualmente tutto il territorio è servito dal Savec, un intervento realizzato negli anni precedenti e rivelatosi fondamentale per garantire il servizio nella zona. Ci sono stati alcuni piccoli problemi, ad esempio una pressione leggermente inferiore, ma siamo riusciti a garantire il servizio. Attualmente le condizioni di conducibilità dell'acqua sono mutate e siamo in attesa di capire quando poter riprendere l'uso del dissalatore e della centrale”. I valori dell’acqua attuali, infatti, non permettono di vedere una fine della crisi.

“Stamattina la portata del Po era di 220 m cubi al secondo e ne servono 450 per risolvere crisi - ha proseguito - La conducibilità è di 15 mila μS mentre a valle raggiunge i 18 mila ed in centrale 7mila. Normalmente il fiume Po registra un valore di 450 μS. Le condizioni attuali, quindi non permettono di riprendere l’attività del dissalatore".

"Continuiamo a monitorizzare la risalita del cuneo salino e, nel caso in cui dovesse raggiungere anche la centrale di Corbola metteremo in atto alcune manovre precedentemente studiate nell’eventualità si verifichi questa condizione”. Tra i progetti futuri la dismissione delle centrali presenti lungo il fiume Po.

“Questa siccità estrema ha confermato l’efficacia delle scelte strategiche pianificate dal Consiglio di Bacino in coordinamento con Acque Venete - conferma il funzionario Alessandro Bordin - tra queste la progressiva dismissione di approvvigionamento dal fiume Po, potenziando le centrali presenti sul fiume Adige, sia per il problema dei livelli dell’acqua che della qualità della stessa. Gli sforzi del gestore, per garantire la continuità dell’erogazione, sono stati notevoli e il servizio è proseguito grazie al supporto del Savec, rete che al momento non può coprire tutta l’area del Polesine a causa di alcuni iter necessari per realizzare opere di interconnessione per approvvigionare tutto il Delta”.

Tra i progetti anche rinnovo e riqualificazione. “Abbiamo previsto interventi di riqualificazione per la riduzione delle perdite delle reti idriche - prosegue -. La capacità finanziaria data dalla tariffa, circa 2/3 milioni di euro l’anno, sarà integrata con l’accesso ai fondi del Pnrr. Un progetto da 19 milioni di euro per finanziare interventi di implementazione, di previsione e individuazione delle perdite, per permettere di agire in modo mirato. Una sostituzione massiva delle reti del Polesine, circa 3 mila km, al momento non è possibile”.

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