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VENETO

I giovani non vogliono fare i meccanici: ne mancano 600

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I giovani non vogliono più fare i meccanici: ne mancano circa 600, in provincia di Padova. E a raccogliere l'allarme degli artigiani e delle associazioni di categoria è il quotidiano Il Mattino di Padova.

"Non abbiamo più le mani sporche di grasso, ma usiamo il cervello e lavoriamo per il futuro. Eppure i giovani continuano a vederci come venti anni fa e il pesante risultato è che il 68,7% degli artigiani dell’autoriparazione non riesce a trovare personale". A spiegare una situazione estremamente difficile, per gli operatori del settore, è Massimo Ruffa, presidente degli autoriparatori artigiani. Secondo la sua analisi, il lavoro c’è, dà anche buoni stipendi e prospettive, ma non ci sono i ragazzi che vogliono farlo.

"L’autoriparazione artigiana sta cambiando - continua Ruffa - il settore è sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione, ma è alla costante ricerca di personale". I dati Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior, mostrano che nel 2021, in provincia di Padova le imprese del comparto ricercavano 600 meccanici artigianali, riparatori di automobili, con una difficoltà di reperimento del 68,7%.

"L’autoriparazione negli ultimi anni si è caratterizzata per un crescente utilizzo delle tecnologie digitali, eppure rimane nell’immaginario collettivo la figura del meccanico con le mani sporche. Per far comprendere al pubblico le caratteristiche delle autofficine che operano nel nostro territorio, abbiamo realizzato un video, che vuole raccontare il nostro rapporto con l’alta tecnologia che caratterizza il nostro lavoro quotidiano". 

Le imprese del settore, che nel Padovano sono 1.107 ed occupano oltre 3 mila addetti, hanno sviluppato un forte orientamento green. Hanno una spiccata vocazione alla sostenibilità ambientale: nel 2018 il 79,1% ha svolto azioni per ridurre l’impatto ambientale, quota che supera di 12,5 punti percentuali il 66,6% rilevato per il totale dell’economia. "Nell’autoriparazione – continua Ruffa – ci sono un numero importante di rifiuti pericolosi che noi siamo impegnati a gestire nel modo più corretto, ma soprattutto siamo in prima linea sul fronte della formazione in merito alle novità legate alla mobilità ibrida o elettrica. Padova in particolare è tra le province con una maggiore diffusione di questo tipo di autovetture".

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