VOCE
ROVIGO
18.08.2022 - 07:00
Bollette del trimestre estivo quasi quadruplicate, per la fornitura di corrente elettrica. Allarme che in questi giorni stanno lanciando gli esercenti della provincia e per cui chiedono una presa di posizione da parte delle associazioni di categoria. I rincari maggiori riguardano il settore della ristorazione, che ha visto arrivare bollette consistenti, ma l’emergenza sta toccando ogni attività ed il rischio, con l’autunno e la previsione di ulteriori aumenti, è di vedere molte attività arrendersi.
“Abbiamo spesso fatto appelli e richieste alla politica e agli amministratori perché intervenissero - commenta Stefano Pattaro, di Confcommercio -, prima di essere amministratori di associazioni siamo noi stessi imprenditori e viviamo quotidianamente gli stessi problemi. La situazione è gravissima, rispetto all’anno scorso registriamo almeno un raddoppio dei costi, in alcuni casi anche il triplo".
"Il governo sta intervenendo, con tutti i limiti del momento, ma stiamo pagando scelte fatte, e anche non fatte, molti anni fa. I cittadini stessi negli ultimi anni, attraverso i referendum, hanno detto di no a molte delle proposte per fonti di energia alternativa. Di recente Confcommercio ha anche organizzato un convegno che ha analizzato proprio la situazione di queste fonti, quelle ‘green’ per capirci. Fonti che spesso vengono bocciate, come quella eolica o legata al fotovoltaico. Se togliamo ogni alternativa che può renderci autonomi, a quella tradizionale, quanto sta accadendo diventa inevitabilmente il prezzo da pagare”.
La critica sollevata da molti esercenti ed imprenditori è di non ricevere abbastanza supporto, dalle stesse associazioni di categoria. “Come associazioni possiamo intervenire solo a certi livelli - specifica Vittorio Ceccato, di Confesercenti -, il nostro operato consiste nell’interagire con le autorità competenti, ma a livello nazionale. Ad esempio con il Governo stesso siamo stati partecipi nella discussione del decreto aiuti”. Associazioni che portano avanti richieste, propongono soluzioni e si fanno portavoce delle esigenze e problematiche delle categorie che rappresentano, ma la decisione finale, confermano, non spetta a loro.
“Tra le altre richieste che abbiamo portato avanti c’è anche il taglio del cuneo fiscale prevista dal decreto aiuti - prosegue - i cui effetti non si potranno vedere nell’immediato ma più avanti sì. Una richiesta che mira a migliorare il potere di acquisto delle famiglie, nonostante il problema dell’inflazione rimanga un ostacolo importante. Mettere più soldi nei bilanci delle famiglie significa dare la possibilità alle stesse di riuscire a spendere. Anche a livello locale ci siamo attivati, soprattutto nella fase più critica della pandemia. Lo abbiamo fatto chiedendo con insistenza aiuti per il commercio, aiuti che si sono tramutati in bonus e che hanno permesso di contenere la grave crisi che l’emergenza pandemica ha causato”.
Le stesse associazioni si dicono preoccupate per il periodo autunnale. “C’è rabbia e preoccupazione nel mondo degli imprenditori, lo comprendiamo - aggiunge Matteo Rettore di Cna - A livello nazionale da anni siamo impegnati sul tema energia e ben prima dell’emergenza attuale. Come associazione abbiamo posto il tema su più fronti, partendo dalla richiesta di abbassamento del prezzo del gasolio e del credito d’imposta, per il mondo dell’autotrasporto. Abbassamento che che ricade anche sul consumatore finale o pubblico esercizio che si avvale del settore”.
Gli strumenti a disposizione sono stati molteplici. “Permane il problema della auto-produzione di energia che permetta di incentivare l’installazione di strumenti per produrre energia a costi più bassi - aggiunge -, motivo per cui abbiamo chiesto al governo organismi di compensazione. A livello territoriale più 500 imprese hanno già aderito al ‘nostro’ consorzio di energia, che ha bloccato i prezzi con un costo per kw dimezzato rispetto al prezzo attuale. Un offerta che prevede un investimento di entrata annuale molto basso, con risparmi oltre il 50% del prezzo attuale”.
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