VOCE
VENETO
19.08.2022 - 10:00
Rubava fedi e preziosi, ma anche, persino, i denti d'oro dalle salme: è sulla base di queste contestazioni che la Procura di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio, con l'ipotesi di reato di peculato continuato, un 63enne dipendente della società Eureka srl, responsabile della gestione dei servizi cimiteriali di Padova. I fatti ricostruiti dall'accusa si sarebbero verificati in gran parte in occasione delle periodiche operazioni di estumulazione ed esumazione, al cimitero Maggiore di Padova, tra 2017 e 2021. A riferire della richiesta di rinvio a giudizio, il quotidiano "Il Mattino di Padova".
La ricostruzione messa a punto dalla Procura e dagli investigatori vuole che l'operaio aprisse i feretri, rovistasse tra quanto rimasto dei corpi alla ricerca di oggetti di valore, spingendosi poi a rovistare anche alla ricerca di capsule dentarie in oro. L'obiettivo di queste macabre e repellenti manovre sarebbe stato evidente: rivendere l'oro e i gioielli in questa maniera trovati.
L'inchiesta - riferisce Il Mattino di Padova - nasce da una segnalazione fatta ai carabinieri di Selvazzano, il paese di residenza dell'indagato. Così iniziano gli accertamenti e i controlli tanto che i militari inviano in procura tre dettagliati rapporti. Poi viene eseguita una perquisizione nell’abitazione dell'indagato.
Nel frattempo sono sentiti vari compro oro: alcuni negano, un altro con il negozio a Selvazzano collabora. Ed è grazie alla dettagliata e corretta contabilità delle vendite e degli acquisti del negoziante che i militari ricostruiscono ben 24 operazioni di vendita eseguite, per un controvalore di ben 3.135 euro: tra i monili messi in vendita anelli (per lo più fedi nunziali), collane, e protesi dentarie in oro. Monili che il negoziante fotografava e di cui registrava l’acquisto.
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