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ADRIA

Sindacati-Csa, ormai è rottura

Cgil, Cisl e Uil sconcertati: “Le proposte di Mori-Spinello peggiori di quelle Passadore-Badiale”

Sindacati-Csa, ormai è rottura

Cgil, Cisl e Uil sconcertati: “Le proposte di Mori-Spinello peggiori di quelle Passadore-Badiale”

Si fa sempre più alta la tensione tra i sindacati e i vertici del Centro servizi anziani: le tante belle promesse dei civici al governo a Palazzo Tassoni e insediatisi in riviera Sant’Andrea si sono sciolte al sole ben prima delle calure africane delle scorse settimane.

Così Cgil, Cisl e Uil annunciano un incontro con i lavoratori già fissato per lunedì 29 agosto “per valutare un nuovo inizio della protesta, ma anche disponibili ad incontrare, con gli stessi lavoratori, il cda per far capire loro, per l’ennesima volta, il declino, che anche loro stanno scegliendo, verso il quale stanno andando queste strutture”.

Ma non finisce qui: le organizzazioni sindacali chiamano in causa anche l’amministrazione comunale civica guidata dal sindaco Omar Barbierato rimasta, stranamente, silenziosa, soprattutto dopo l’ultimo comunicato dei sindacati del 5 agosto scorso.

“Dalla conferenza stampa del presidente Simone Mori e della direttrice Paola Spinello del Csa di Adria – affermano Davide Benazzo Fp-Cgil, Francesco Malin Cisl-Fp e Cristiano Maria Pavarin Uil-Fp - emerge in maniera netta che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sette incontri e da parte del sindacato nessuna proposta? Ci stanno veramente chiedendo di fare una proposta di ridurre le ore di assistenza agli anziani? E’ questa la proposta che vogliono?".

"Allora la risposta rimarrà sempre un netto ‘No’. Al tentativo della direttrice di ricondurre la necessità di modifica degli orari a presunti obblighi contrattuali e privilegi di alcuni dipendenti, cosa quest’ultima tutta da dimostrare, rispondiamo che gli orari in essere sono quelli predisposti dall’allora direttore Mauro Badiale con lei suo vice. I lavoratori li hanno solo subiti e rappresentavano un primo taglio di ore assistenziali, del 15%, a cui sono seguite le lotte dove, in piazza con i lavoratori c’erano gli stessi che oggi fanno scelte industriali peggiori del passato senza aver il coraggio di ammetterlo”.

E ancora: “Ammettono che gli standard sono obsoleti (‘vecchi di 30 anni’) ma poi ribadiscono che fanno come tutti, abbassano il numero di ore dedicate all’ospite sovraccaricando i turni degli Oss. Ma non dicono che ormai, non solo gli infermieri, ma anche gli Oss stanno scappando da queste strutture perché invivibili e la dimostrazione è la stessa incoerente scelta di sovraccaricare di straordinario chi rimane o di scegliere di lavorare a ranghi ridotti. Ora il sistema è in difficoltà per questioni economiche, ma a breve crollerà del tutto per la mancanza delle professionalità necessarie ad erogare i servizi”.

A questo punto i sindacati rilevano che “nel primo incontro dei sette citati, ci è stato proposto di ridurre il personale in modo ancora più ampio di quanto ci proponevano i predecessori, un ulteriore taglio del 20%. Una proposta chiaramente di stampo industriale che abbiamo rimandato al mittente rimarcando che, se l’unica strategia in campo sul personale da parte del cda era la medesima, se non peggiore di chi li aveva preceduti, potevano consegnare le chiavi dell’ente al sindaco e all’Ulss. Abbiamo perciò chiesto l’intervento del sindaco dove, il presidente, particolarmente infastidito, ci ha detto che non avevamo capito, che non si voleva tagliare e che non comprendeva il perché della nostra reazione".

"I successivi incontri, di tipo tecnico tra Rsu e direzione, che possiamo solo definire inutili per come si sono svolti e per la poca disponibilità all’ascolto e al confronto, avevano un unico filo conduttore: che i lavoratori accettassero il taglio proposto. Nessun vero confronto, ma solo la necessità di dimostrare una finta volontà di condivisione e trasparenza dove l’obiettivo è stato e rimane il tentar di far passare una riduzione delle ore assistenziali agli ospiti per ridurre i costi”.

Le organizzazioni sindacali stigmatizzano il comportamento di Paola Spinello dichiarando che è parso “poco piacevole vedere nel video la direttrice leggere una nota del sindacato per dimostrare la chiusura dello stesso, senza leggerla fino alla fine: un ulteriore tentativo di raccontare una realtà ben diversa. Ci dispiace – affermano Cgil, Cisl e Uil - ma quello che vediamo dimostra ancora una volta la scarsa capacità di un territorio che non sa guardare oltre al proprio naso. Una mera scelta industriale dove il lavoro, e quello che rappresenta per gli ospiti, diventa merce".

"Anche al Csa di Adria, nulla di nuovo all’orizzonte e perciò la domanda sorge spontanea: qual è la posizione dell’amministrazione comunale e del sindaco in merito? Le proposte le abbiamo fatte più volte, anche attraverso il coinvolgimento della prefettura, cercando di spiegare ai sindaci e cda interessati che bisogna avere un disegno più ampio. Abbiamo spinto – concludono - perché si creasse un tavolo di discussione dove il mondo del lavoro fosse il valore aggiunto per le strutture pubbliche per dare una spinta a una rivisitazione del settore che le trascinasse fuori dalla crisi che le sta facendo fallire”.

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