VOCE
L'ALLARME
22.08.2022 - 18:06
Paolo Armenio, Vicepresidente Confindustria Venezia Rovigo
Sulla crisi delle aziende italiane, in virtù della sempre più concreta prospettiva che molte di esse non riusciranno a riaprire dopo la pausa estiva, l’invito al Governo da parte di Confindustria è di iniziare a fare qualcosa di concreto.
“I segnali di crisi ci sono da tempo - spiega Paolo Armenio, Vicepresidente Confindustria Venezia Rovigo - già da diverso tempo moltissime realtà stanno facendo richiesta di cassa integrazione. I lavoratori rientrano ma la prospettiva è che le attività non riescano a ripartire, dopo la consueta pausa estiva per le manutenzioni”.
A pesare gli aumenti esponenziali di luce e gas, ma per l’autunno c’è anche un reale rischio di non avere affatto le forniture. “I prezzi aumentano, e questo rappresenta un grave problema, ma ad aggravare la situazione c’è anche il fatto che le forniture non sono garantite - conferma - Alcune aziende stanno facendo richiesta di anticipo di due mesi sulle forniture ma le aziende non sono in grado di garantirle”.
Una prospettiva che si intravedeva già nei primi mesi dell’anno, quando l’inizio del conflitto in Ucraina e la decisione di imporre sanzioni alla Russia aveva sollevato l’ipotesi di un blocco delle forniture.
“Il governo deve iniziare a fare la propria parte - continua Armenio -. Settembre sembrava così distante ma ormai è alle porte. E non possiamo nemmeno pensare che l’Italia si fermi fino a Novembre, in attesa del nuovo Governo. Bisogna agire subito, l’attuale Governo è in grado di farlo ed è da tempo che gli viene chiesto”. Un invito quindi ad agire ma anche a fare delle proposte concrete e di reale sostegno, per evitare il tracollo di molte delle aziende italiane, con una conseguente ricaduta di effetti su ogni settore ed, ultimo ma non meno importante, sugli stessi cittadini e consumatori.
“Settembre ormai è dietro l’angolo, ma i numeri comunicati dalle imprese sono sempre più preoccupanti - conclude -. Non accettiamo più di attendere e soprattutto di ricevere proposte che non sono realizzabili” .
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