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CARO ENERGIA

"Proviamo a ripartire, dopo una bolletta da 9 milioni"

Il caso delle Cartiere del Polesine

"Proviamo a ripartire, dopo una bolletta da 9 milioni"

Potrebbe tentare di ripartire a settembre l’azienda "Cartiere del Polesine" ma non senza ripercussioni sui clienti finali, a causa dei continui rincari energetici.

Il caso delle Cartiere del Polesine, del resto, è stato assunto come emblematico anche dal quotidiano economico finanziario IlSole24Ore, rispetto alla situazione delle aziende energivore, che rischiano di non vedersi assicurato neppure un contratto di fornitura energetica, in autunno. I fornitori, infatti, si stanno defilando. O propongono condizioni insostenibili.

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Dopo un primo fermo di una delle linee produttive, a causa dell’arrivo di bollette quadruplicate, ed un anticipo del periodo di manutenzione, il tentativo è trovare le condizioni per non fermarsi o rallentarsi ancora. Tra energia elettrica e gas del mese di luglio, infatti, l’azienda aveva ricevuto un conto da pagare di oltre 9 milioni di euro, contro i 2.350 dello stesso periodo dell’anno precedente. Importi che pesano in maniera importante sulle scelte dei vertici aziendali che in questi giorni avevano annunciato di essere in fase di decisione su come riaprire per il mese di settembre.

“Il problema dei rincari è ormai di dominio nazionale - spiega Roberto Scantamburlo - e, con costi ormai decisamente superiori al fatturato l’azienda può tenere fino ad un certo punto. La prospettiva è quindi di poter girare parte di questi aumenti sul prodotto finito, motivo per cui faremo alcune trattative con i nostri clienti”.

Nel mese di luglio l’azienda era già stata costretta a fermata una linea di produzione, lasciando attive quelle per la realizzazione della carta ondulata per gli imballaggi. Nel mese di agosto la produzione è stata fermata, anticipando il periodo della manutenzione.

“Cartiere è una ditta sana che può stare ferma mesi senza mettere in crisi il bilancio - prosegue - Ma poter ripartire è anche una questione di orgoglio e di una precisa volontà di cercare di dare il massimo. Senza dimenticare che fermare la produzione rischia di creare difficoltà alle aziende che vi si appoggiano”. Parte delle avviamento è previsto per il 29 agosto e Scantamburlo conferma che l’intenzione è di attendere ancora qualche giorno.

“Da fine mese inizieremo a metterci in moto - conferma - Dobbiamo essere lucidi e capire fino a che punto possiamo andare  avanti. Fondamentale sarà capire quale prezzo di vendita del prodotto finale applicare, ma  anche quello del macero, che dobbiamo prendere al ribasso”. Prezzi più alti quindi ed un tentativo di contenere gli aumenti acquistando le materie prime a prezzi più vantaggiosi. “Ci auguriamo che il prezzo del gas possa calare, anche se la prospettiva non sembra reale - aggiunge - nel frattempo restiamo in attesa di capire a livello governativo che cosa si intende fare per questa grave situazione”.

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