VOCE
LA SENTENZA
23.08.2022 - 16:56
Una sentenza importante, che interviene su una questione dibattutissima, tanto nei tribunali, quando a livello di senso comune: il cane può abbaiare (ed eventualmente quanto) o questa azione è fonte di disturbo e può portare alla condanna a un risarcimento? Sul tema è intervenuta in questi giorni una sentenza della Cassazione, che ha confermato la pronuncia del Tribunale di Caltanissetta.
Secondo questa valutazione, "Se il cane del vicino abbaia tutta la notte, il proprietario deve pagare un risarcimento. Il mancato riposo notturno, infatti, può provocare danni alla salute". A stabilirlo è, come detto, la Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza con cui i giudici di Caltanissetta avevano riconosciuto il rimborso per i danni provocati dai continui guaiti di due cani lasciati tutte le notti nel terrazzo di un appartamento.
A quanto emerge della vicenda, infatti, il vicino era costretto a rinunciare al sonno per colpa dei latrati dei cani. Per questo ha fatto causa al suo dirimpettaio per “cupi ululati, nonché continui e fastidiosi guaiti, specie delle ore notturne e di riposo”. La persona che ha intentato la causa ha riferito di aver subito conseguenze anche personali e professionali, al punto da essere licenziata perché non era più in grado di concentrarsi e di svolgere al meglio le sue mansioni.
In particolare, ha sostenuto di avere perso il lavoro a causa delle troppe assenze per malattia, provocate proprio dallo stress causato dal mancato riposo prolungato. Un punto, però, sul quale i proprietari dei cani hanno replicato, sottolineando che “non è possibile provare che l’uomo sia stato licenziato” per quella specifica ragione. Ma i giudici, alla fine, hanno dato ragione alla vittima e i proprietari dei cani sono tenuti a risarcirla.
Attraverso il confronto con altre sentenze della Cassazione sul tema, infatti, si evince che uno dei fattori fondamentali per poter arrivare a un risarcimento è che il fastidio provocato dal cane del vicino “superi la normale tollerabilità“. La norma, in particolare, stabilisce che “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturbi le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a 3 mesi, o con l’ammenda fino a euro 309. Da 103 euro può raggiungere i 516 se si “esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”. Nel caso di Caltanissetta, oltre al risarcimento, i proprietari dei due cani dovranno anche accollarsi le spese di giudizio, cioè altri 2.700 euro.
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