VOCE
ROVIGO
23.08.2022 - 06:00
Ci sono in ballo centinaia di migliaia di euro e opere pubbliche in attesa da quasi 20 anni. I Piruea di Rovigo si confermano un pozzo senza fondo di trascuratezza amministrativa del Comune di Rovigo. Come definire altrimenti la scoperta di polizze fidejussorie “fantasma” da più di 10 anni?.
Garanzie che avrebbero dovuto essere depositate, o comunque per le quali si doveva accertare la presenza, e che invece risultano della stessa consistenza dell’aria, dato che le società che le hanno emesse sono fallite addirittura dal 2010. Proprio così ben 12 anni fa.
Dall’ultima ricognizione effettuata dal settore urbanistica del Comune emerge che sono almeno tre i Piruea (strumenti urbanistici per realizzare opere pubbliche in compartecipazione con i privati in cambio di interventi di edilizia residenziale) di Rovigo che risultano privi di garanzia fidejussoria e per i quali il Comune ha dato il via a cause legali o diffide per entrare in possesso delle somme. E solo per questi tre piani urbanistici mai partiti o mai completati ballano oltre un milione e 300mila euro.
La normativa del settore, infatti, prevedeva che la ditta titolare del Piruea e che avrebbe dovuto realizzare l’opera pubblica in cambio di edilizia privata residenziale, aveva l’obbligo di depositare una garanzia che il Comune poi avrebbe utilizzato per realizzare l’opera pubblica in caso di inadempienza della ditta privata. Il problema è che per anni nessuno, a palazzo Nodari, a verificato l’esistenza e la validità di queste polizze fidejussorie.
Nel corso degli ultimi anni il consigliere Antonio Rossini ha più volte chiesto al Comune di conoscere lo stato dell’arte dei Piruea. In seguito si è attivata anche la Corte di conti di Venezia che ha messo in moto la Guardia di finanza per aprire un dossier sul caso. Da mesi l’amministrazione Gaffeo ha attuato una serie di ricognizioni su questi piani urbanistici e un lungo lavoro di scavo e ricerca per risalire alle società che avevano emesso le garanzie. E non sono mancate le spiacevoli scoperte, come quelle di verificare che in diversi casi queste società erano fallite da una decina d’anni.
Cosa che ha spinto la giunta a dare il via a percorsi legali per diffidare aziende, in alcuni casi nel frattempo fallite, a nuove garanzie. Insomma un guazzabuglio amministrativo con code legali. Tanto che lo stesso Rossini si chiede: “Ma in tutti questi anni chi doveva controllare cosa ha fatto? Perché nessuno ha appurato l’esistenza di garanzie che alla fine sono soldi pubblici?”
Le tre vie legali che il Comune ha attivato si riferiscono al Piruea numero 12 di via Stacche. In questo caso l’obiettivo è di ottenere una nuova fidejussione da 350mila euro per i lavori non eseguiti di una pista ciclabile. La polizza in possesso del Comune risulta infatti “inutile”, in quando la società che l’ha emessa è fallita dal 2010.
Destino analogo per il Piruea 17 di via martiri di Belfiore. L’opera speciale mai realizzata (riqualificazione di piazza Duomo) ha spinto il Comune a diffidare la ditta privata e chiedere una nuova polizza da 585mila euro (anche in questo caso la società che l’aveva emessa è fallita). Stesso discorso per il Piruea 18 di viale Porta Adige: il Comune ha fatto scattare una causa legale per avere nuove polizze da 400mila euro circa a garanzia dell’opera speciale.
Sono una decina i Piruea ancora formalmente aperti, la data di scadenza infatti dopo la pandemia è stata spostata al febbraio 2023, ancora alcuni mesi quindi nei quali è teoricamente possibile che la ditta privata possa ultimare l’opera. Ma se alcuni piani la cosa è possibile, come per i Piruea di via Livello, di via Dei Mille e di via Scardona. Per altri invece il de profundis è già intonato da tempo. Come per il piano di via De Polzer, dove il Comune ha già incassato la polizza da 358mila euro. Piruea per i quali il Comune ha verificato l’esistenza delle garanzie e che. Con l’escussione delle polizze (per l’opera speciale e non per le opere di urbanizzazione) poi il Comune dovrà portare a termine l’opera speciale anche se la normativa di settore permette anche al Comune di verificare la possibilità di modificare i Piruea o valutare strade alternative (monetizzazione, esproprio dei terreni).
Il labirinto dei Piruea affonda le proprie radici nel lontano 2004: il sindaco era Paolo Avezzù quando vennero varati 17 accordi tra pubblico e privato (le proposte furono addirittura 34), riguardanti moltissime aree della città e delle frazioni. Di questi, pochi videro la luce (via Savonarola, via Chiarugi, via Bandiera, piazzetta Enel). La maggior parte si arenò, qualcuno nemmeno partì. Altri sono cambiati in corso d’opera e qualcuno sta arrivando al traguardo, ma nel complesso resta una lunga storia di flop e fallimenti.
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