VOCE
ADRIA
23.08.2022 - 11:00
Il Csa, la casa di riposo di Adria
In merito alle notizie che escono dal Csa di Adria e dalla stampa locale, per opera di esponenti politici in merito ad una evidente situazione generale che si può definire allarmante, parla Claudio Rossi, già vice Direttore della Casa di Riposo negli anni 90, esperto del settore ed attualmente collaboratore della Direzione Generale dell’Iras di Rovigo, la più grande Ipab del Polesine.
Claudio Rossi, che nel gennaio 2020 era stato indicato a grandissima maggioranza dell’Assemblea Pubblica convocata dal sindaco perché gli indicasse il nominativo di un proprio rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione del Csa; invece non ricevette l’incarico dal sindaco.
“In questi ultimi due anni il Covid ha messo a dura prova le Strutture per Anziani (non le voglio chiamare Case di Riposo). Le Amministrazioni hanno dovuto agire nel rispetto delle Direttive che, di volta in volta, le Asl di competenza diramavano per arginare il diffondersi dell’epidemia. La parte più difficile è toccata agli anziani ospiti e ai loro famigliari che sono stati fatti allontanare, dividere, separare".
"Una situazione che, se ci si pensa, è stata, e può ancora essere, davvero devastante. Gli anziani con il tempo si aggrappano ai propri figli e parenti perché acquisiscono consapevolezza della propria debolezza e, in queste condizioni, la separazione dal loro aggancio alla vita, per molti è stato fatale, ancor più del Covid stesso. Detto questo e accordato alle Amministrazioni delle varie strutture l’onere gravoso di affrontare una situazione nuova, imprevista ed imprevedibile, con le risorse a disposizione (politiche, umane, intellettive), non è comprensibile come il Csa di Adria possa chiudere il proprio bilancio con un passivo enorme, da capogiro. Si parla di oltre 1 milione di euro. Quali sono state le azioni amministrative che hanno provocato questo enorme disavanzo, considerando che il Csa è una struttura di medie dimensioni?".
Lo stesso Rossi prosegue: “Il personale, gli appalti (fatti, o non fatti, o fatti male), la riduzione delle presenze degli ospiti. Normalmente sono queste le macro aree dove ricercare gli errori di un Consiglio di Amministrazione e di conseguenza della propria Direzione. E’ ancora vivo nella memoria di tutti come questo CdA e la Giunta Comunale che lo ha sponsorizzato, avevano promesso ‘piazza pulita’ rispetto al passato. Sembrava che tutti gli errori ed i mali della precedente legislatura dipendessero dagli errori fatti dalla Direzione e che una volta risolto quel problema anche tutti gli altri avrebbero trovata la soluzione. Evidentemente ci risiamo".
"Il problema della Direzione non è ancora stato risolto, se è vero che il Csa continua ad essere diretto da un funzionario facente funzione. Encomiabile l’impegno della Dottoressa Spinello ma la Direzione di una azienda in crisi profonda con oltre 1 milione di euro di passivo dovrebbe essere affrontata diversamente. I familiari sono sul piede di guerra. Il loro tanto agognato organismo di rappresentanza non è ancora stato eletto. Lo sarà a breve ma con regole ancora non chiare ne tantomeno condivise dagli interessati. I sindacati stanno per riaprire una vertenza infinita e le bandiere riappariranno a breve in Riviera Sant’Andrea. Il Csa è precipitato in un pericoloso vortice e gli anziani, i loro familiari e il personale tutto stanno vivendo, a sentire loro, un incubo senza fine".
"Ci si augura che il Consiglio di Amministrazione dia al più presto, alla cittadinanza e alle autorità competenti (sindaco e Prefettura), le dovute spiegazioni e informazioni della avvenuta diminuzione di decine e decine di ospiti rispetto alla capacità ricettiva, nonostante la ripresa dei nuovi ingressi sia ormai in atto da mesi in tutte le altre strutture del polesine e l’emergenza sanitaria sia stata dichiarata terminata già il 31 marzo scorso. Tutti ci auguriamo che non sia ancora una volta il personale a dovere pagare il prezzo di una evidente difficoltà gestionale, messa a confronto con la reattività di altre strutture vicine, che hanno resistito con intelligenza, lungimiranza e competenza alla guerra con il Covid".
"La minacciata riduzione della presenza di personale nei reparti, celata dietro l’annunciata revisione degli orari di lavoro, porterà inevitabilmente all’impoverimento della qualità dei servizi, già fortemente penalizzati. Se la soluzione dovesse essere il tanto temuto aumento delle rette, già fra le più alte, le conseguenze sarebbero catastrofiche per la storica struttura di riviera Sant’Andrea che diventerebbe ancor meno competitiva in un mercato dove la concorrenza è fortissima".
"Nessuno ha più dato resoconto della grave inefficienza della Csa, dello stato di avanzamento degli interventi promessi per adeguare la Struttura alle norme vigenti sulla sicurezza di chi la frequenta e ancor più di chi la abita. Io credo che la cosa sia troppo importante. Penso che tutta la città si debba interrogare su questa vicenda e pretenda risposte chiare ed immediate dal CdA della Casa di Riposo e dal sindaco che quel consiglio ha nominato".
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