VOCE
ADRIA
24.08.2022 - 12:00
Le bollette da brividi degli ultimi mesi, il rischio di chiusura a causa del costo dell’energia e la volontà di resistere da parte della proprietà delle Cartiere del Polesine sono diventate un caso nazionale. Se ne è parlato ieri mattina in diretta su Rai Agorà, la trasmissione di informazione del mattino di Rai Tre, con l’inviata della trasmissione da Cavanella Po. L’ad Roberto Scantamburlo ha raccontato i numeri di una “situazione fuori controllo” e della difficoltà stessa a rinnovare i contratti di acquisto di energia a causa dell’incertezza sui prezzi.
“Noi siamo stati costretti da luglio a ridurre del 15%. In agosto abbiamo prolungato lo stop per la manutenzione. Oggi siamo di fronte ad una situazione in cui conviene stare fermi, ci si rimette di meno. Serve un intervento immediato, con un tetto massimo del costo del gas da subito. Non possiamo aspettare il nuovo governo”, l’appello dell’ad dell’azienda polesana.
Le Cartiere nei giorni scorsi sono salite - loro malgrado - alla ribalta nazionale per aver ricevuto una bolletta da nove milioni di euro, tra luce e gas, di bolletta. E i problemi non sono tutti qua: le Cartiere del Polesine, con 115 milioni di fatturato medio e oltre 150 dipendenti oltre a un indotto, in gran parte nella zona polesana, da 250 addetti, al momento non riescono a trovare un contratto.
Eni ha comunicato ai vertici aziendali di non poter offrire disponibilità per ora. Le altre società hanno chiesto un mese di pagamento anticipato e una fideiussione dello stesso valore. La bolletta di luglio, sommando gas e elettricità, è arrivata a costare 9 milioni, quattro volte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il timore per loro è incappare nella procedura di default: quando un’attività rimane senza fornitore di gas, la rete Snam garantisce energia per 60 giorni, a prezzi aumentati, dopodiché il rubinetto si ferma, e così anche l’impresa. Un rischio, insomma, da scongiurare a tutti i costi.
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