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CORONAVIRUS IN POLESINE

I nostri ragazzi, traumatizzati dalla pandemia

L'Ulss 5 Polesana lancia un servizio di supporto dedicato espressamente a loro

I nostri ragazzi, traumatizzati dalla pandemia

Ansia, irritabilità, instabilità emotiva, sbalzi nel tono dell’umore, difficoltà di concentrazione. Sono solo alcuni degli strascichi della pandemia sui nostri giovani. Un problema diffusissimo generato da oltre due anni di restrizioni e paura di un nemico invisibile ma allo stesso tempo terribile: il Covid 19.

E’ sulla base di questo presupposto che è nato un nuovo servizio dedicato a preadolescenti, adolescenti e giovani dai 12 ai 24 anni che fornisce un supporto psico-educativo per difficoltà emotive e comportamentali. L’equipe multidisciplinare di professionisti è composta da uno psicologo-psicoterapeuta, un educatore professionale e un assistente sociale. Ne abbiamo parlato con il direttore dei Servizi Socio Sanitari dell’Azienda sanitaria Ulss 5 Polesana, Marcello Mazzo.

Dottore, ci racconta la genesi e le prospettive di questo progetto?

“Il progetto nasce su indicazione della Regione del Veneto che dà la possibilità a tutte le Ulss di acquisire personale, in particolar modo psicologi, assistenti sociali ed educatori, per mettere in piedi ambulatori e sportelli allo scopo di accogliere ragazzi, adolescenti e famiglie che sono stati sicuramente colpiti negativamente dalla pandemia dal punto di vista psicologico. Nasce quindi da una chiara volontà regionale. Poi ogni azienda, all’interno di una cornice predefinita, ha potuto definire delle modalità di accesso e intervento che sono tutte a bassa soglia in modo da offrire l’opportunità a più utenti possibili di essere intanto presi in carico e poi eventualmente essere indirizzati verso percorsi più specifici”.

Che tipo di problemi ha lasciato, dal punto di vista psicologico, questa pandemia sui giovani?

“La pandemia da Covid 19 ha causato e causa un impatto relazionale e psicologico su ragazzi e giovani causando disturbi come ansia, irritabilità, instabilità emotiva, sbalzi nel tono dell’umore, difficoltà di concentrazione. Il nuovo servizio accoglie anche le famiglie degli adolescenti e dei ragazzi, per un confronto sulle difficoltà incontrate e sulla progettazione puntuale del percorso di supporto".

Com’è strutturato e a chi si rivolge, in particolare?

“Una volta preso contatto con il servizio, verrà fatto un primo colloquio attraverso il quale verranno raccolti i dati principali, la motivazione della richiesta d’aiuto e in base ai dati emersi verrà fatto un percorso. Non parliamo di psicopatologie importanti che andranno indirizzate e trattate in altro modo. Parliamo di sofferenze ‘secondarie’ causate dalle restrizioni causate dal Covid 19”.

Un progetto innovativo…

“Un progetto necessario e lungimirante per la realtà che stiamo vivendo un po’ tutti, non solo il Polesine, per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile dove si vedono importanti effetti delle restrizioni che conseguono questo lungo periodo di pandemia. La richiesta arriva non solo da ragazzi e famiglie, ma anche dalla scuola e dalle realtà sociali che si trovano a fare i conti con gli effetti appunto delle restrizioni”. Lo staff sarà attivo in stretto raccordo con la scuola, l’ospedale e tutti i soggetti pubblici e privati, associazioni che possano incontrare ragazzi in situazione di sofferenza. L’obiettivo è riconoscere precocemente il disagio per attuare un percorso di recupero secondo i bisogni.

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