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IL GIALLO DEL PO

Uccisa e decapitata, la ragazza ancora senza nome

Per ora, non si riesce a identificare la giovane ripescata a Santa Maria Maddalena ad aprile

Uccisa e decapitata, la ragazza ancora senza nome

Un giallo è stato risolto, brillantemente, tanto da finire sulle cronache nazionale, dagli investigatori dei carabinieri e della Procura di Rovigo. Quello del 71enne ucciso, fatto a pezzi e lanciato nell'Adigetto a Badia Polesine.

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Un altro è, invece, ancora aperto. Uno sul quale gli investigatori sono ancora al lavoro e che, purtroppo, si annuncia estremamente ostico, ai limiti dell’impossibile. In primo luogo perché il Po non è l’Adigetto, non ha un corso “segmentato” da chiuse e relativamente breve; è, al contrario, il maggior fiume d’Italia e, di conseguenza, ciò che viene ritrovato in un punto può provenire anche da centinaia di chilometri a monte.

In secondo luogo perché chi ha ucciso la giovane donna ritrovata in un borsone, il 4 aprile scorso, nel fiume in secca a Santa Maria Maddalena, ha fatto davvero di tutto per renderla non riconoscibile. In particolare, le ha tagliato la testa e le mani. Chiudendo il resto del corpo in un borsone e lanciandolo nel Po.

A oggi, i vari approfondimenti che sono stati disposti per cercare di chiarire l’identità della ragazza non hanno dato esito. L’autopsia ha consentito di avere alcune indicazioni, comunque molto generiche, come una età compresa tra il 25 e i 30 anni e la razza caucasica. Non altro.

Anche l’appello delle forze dell’ordine, che avevano rese pubbliche le foto dei vestiti con i quali era stata trovata la giovane vittima, non hanno dato esito.

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