VOCE
IL CASO
02.09.2022 - 08:25
Vescovi contro l’autonomia. Del Veneto, ma anche delle altre Regioni (Lombardia ed Emilia Romagna in primis) che hanno intrapreso lo stesso percorso. “Non farebbe altro che accrescere le disuguaglianze nel Paese”: è la tesi finale del summit di Benevento che ha riunito i vescovi delle cosiddette “aree interne”.
“Chiediamo alla politica - scrivono i vescovi partecipanti, una trentina in tutto - interventi seri, concreti, intelligenti, ispirati da una progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o tornaconti elettorali: in questo senso, qualora entrasse in vigore l’autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo crescere nella consapevolezza e nella partecipazione”.
Insomma, no all’autonomia. Una posizione che non sorprende i vescovi di casa nostra. Da Chioggia, semmai, monsignor Giampaolo Dianin si stupisce di non essere stato invitato: “Le aree interne sono quelle marginali, a rischio spopolamento. Insomma, il nostro Delta non se la passa certo bene, purtroppo. Forse avrei potuto partecipare anche io…”, se la cava con una battuta. Ma sull’autonomia, nessun commento. “E’ un tema delicato, preferisco non esprimermi. Non prima di aver letto i documenti di quella riunione”, dice.
Il suo predecessore, Adriano Tessarollo, invece, com’è nel suo carattere, è molto meno diplomatico. E mette un punto fermo: “Siamo tutti italiani. Anche noi, a lungo, ci siamo lamentati dei privilegi di cui godevano le regioni a statuto speciale: Friuli e Trentino, qui vicino a noi, ma anche Sicilia e Val d’Aosta. La presa di posizione dei vescovi delle aree interne non va certo contro gli insegnamenti della Chiesa, semmai solleva la preoccupazione che con l’autonomia alcune zone d’Italia, già in difficoltà, vengano trascurate. E’ un problema di solidarietà nazionale: visto che siamo un’unica nazione, dobbiamo camminare insieme”.
Tessarollo ha poi allargato il discorso, parlando anche di immigrazione. E sottolineando che “c’è differenza tra il blocco navale proposto da Fdi e la posizione, ad esempio, della Lega. Certo che l’immigrazione va regolamentata: non possiamo accogliere tutti, ma neanche rimandare tutti indietro. Bisogna valutare e discernere. Capire da dove arrivano queste persone, chi ha diritto all’accoglienza perché la sua vita è in pericolo e chi invece viene qui solo per il reddito di cittadinanza”.
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