VOCE
IL CASO
03.09.2022 - 07:39
Di atomica per ora c’è solo la bufala, della serie come una fake news può irrompere nella campagna elettorale e dominare, anche se solo per alcune ore, interventi e dibattito pubblico.
E’ successo con la rivelazione dei siti italiani dove potrebbero sorgere le centrali nucleari, fonte di energia tornata di prepotente attualità a seguito della crisi del gas e dei programmi elettorali di alcune forze politiche che hanno messo l’energia nucleare fra le possibili fonti di approvvigionamento energetico per l’Italia.
Il partito dei Verdi infatti ha diffuso una mappa che indica i siti nazionali dove potrebbero sorgere le nuove centrali nucleari, fra questi anche l’area di Chioggia. E allora apriti cielo perché si sono susseguite dichiarazioni, prese di posizione e smentite. Una notizia che ha fatto subito il giro d’Italia, ma che aveva le gambe corte. Si è presto capito infatti che il dossier sulla localizzazione dei siti nucleari era vecchio di oltre 10 anni.
Faceva parte infatti di una mappa predisposta da un’agenzia nel lontano 2010, anno in cui si discuteva di energia nucleare. Un dossier superato, non più valido, poco più utile, insomma, della carta straccia. Ma il solo evocare l’energia nucleare, associandola ad alcune localizzazioni, ha fatto scoppiare un mezzo finimondo. Una fake news, quindi, alla quale più di qualcuno ha abboccato. E pensare che per qualche ora era pure circolato il nome di Porto Tolle come possibile sede di centrale nucleare.
Bufala questa ancora più vecchia, probabilmente risalente a quando era ancora in funzione la centrale elettrica di Porto Tolle. Lo stesso Angelo Bonelli, leader dei Verdi aveva spiegato che “la mappa delle centrali è stata ricavata sulla base del vecchio programma nucleare e su alcuni criteri tra cui la disponibilità di grandi quantità di acqua per raffreddare i reattori il nostro punto di vista è che in Italia non ci sono luoghi idonei per realizzare centrali nucleari e oggi chi le propone non ha avuto il coraggio di dire dove vogliono metterle e quanto costano”. Come dire, quella mappa non conta? Allora fate i nomi delle possibili localizzazioni. Insomma da possibile rivelazione sensazionalistica a provocazione senza fondamento.
Nella mappa del 2010, e non più valida, i siti “nucleari” indicati erano Trino Vercellese, Caorso, Monfalcone, Chioggia, Scarlino, San Benedetto del Tronto, Montalto di Castro, Borgo Sabotino, Garigliano, Termoli, Brindisi, Scansano Jonico, Palma di Montechiaro e Oristano.
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