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CRISI ENERGETICA

Bollette choc, 2500 bimbi rischiano di restare senza asilo

Agnoletto: “Non possiamo aumentare le rette, le famiglie sono già vessate. Non resisteremo a lungo”

Bollette choc, 2500 bimbi rischiano di restare senza asilo

Bollette insostenibili, anche le scuole paritarie del Polesine tremano: “Se non arriveranno aiuti seri e immediati dall’alto saranno a rischio i 300 posti di lavoro che garantiamo e in difficoltà le famiglie di 2.500 bambini polesani tra gli zero e i sei anni che usufruiscono dei nostri servizi”. È l’allarme lanciato dal presidente della Federazione italia scuole materne (Fism), sezione di Rovigo, Mauro Agnoletto. L'associazione che raggruppa tutte le scuole paritarie cattoliche della provincia di Rovigo si associa all'allarme lanciato dall'associazione gemella di Venezia, pronta a portare le chiavi delle scuole, per protesta, in prefettura.

Qual è la situazione delle paritarie nella nostra provincia con l’aumento del costo dell'energia?

“È un grossissimo problema ed è anche nostro, perché l'aumento dell'energia impatta enormemente sui costi di gestione. Possiamo rateizzare, certo, ma non aiuta. Perché quel costo non è sostenibile anche se spalmato. Un aumento con percentuali stellari: se noi in media garantiamo le rette delle scuole paritarie sui 175/180 euro, per abbattere gli aumenti dell’energia dovremmo aumentare almeno di 45 euro la retta. Ma questo si ripercuote sulle famiglie che a loro volta devono già sostenere l'aumento dei costi a casa loro”.

E quindi non le aumenterete?

“Qualche istituto autonomamente ha deciso con il proprio direttivo alcuni aumenti che definirei però simbolici, ma stiamo parlando di dieci euro. Siamo in estrema difficoltà ma faremo di tutto per non far ricadere questo problema sulle famiglie, già martoriate dall’aumento degli altri costi”.

Quanti bambini, in Polesine, frequentano le scuole paritarie?

“In provincia di Rovigo parliamo di circa 2.500 bambini tra gli zero e i sei anni. Senza contare i doposcuola. Con quelli i numeri aumentano notevolmente. E già così comunque sono circa il 60% dei bambini polesani. Oltre a questo noi garantiamo anche 300 posti di lavoro”.

Cosa ne pensa della provocazione della Fism di Venezia?

“Hanno ragione, bisognerebbe portare non solo le chiavi ma anche le bollette in Prefettura. Ma noi non vogliamo arrivare a questo”.

E cosa farete allora?

“Attenderemo fiduciosi un provvedimento serio calato dall'alto sul territorio. Attualmente esiste l'accordo Anci Veneto - Fism Veneto che alcuni comuni polesani hanno firmato e aiuta nella mitigazione delle rette, ma molti altri non hanno firmato e altri ancora hanno firmato ma poi non versano i contributi. Non capiscono che sono contributi che danno alle loro famiglie, che pagano meno di retta. Speriamo in un provvedimento serio e veloce perché abbassare il termostato di un grado non risolve la situazione, è come raschiare il fondo del barile. Dovremmo spegnerlo il riscaldamento per abbattere i costi, ma chiaramente non possiamo. Da noi ci sono bimbi piccoli. E novembre, con il freddo, arriverà presto. E se non arrivano contributi non sappiamo quanto potremmo resistere perché noi non abbiamo altri introiti se non le rette. E ripeto, ci rifiutiamo di aumentarle. La situazione è grave”.

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