VOCE
IL CASO
12.09.2022 - 08:53
Il parco del Delta del Po emiliano ha intenzione di eliminare circa 900 daini che vivono nella zona della pineta di Classe, nel Ravennate, e in quella di Lido di Volano, in provincia di Ferrara. Gli animali potranno essere venduti a scopo di macellazione, per ridurne il numero. Una notizia che sta suscitando sconcerto e polemiche, ben al di fuori dei confini dell'Emilia Romagna.
E' stato messo a punto anche un piano per procedere all'eliminazione. Avverrà tutto in tre anni circa, prevedendo anche l’intervento di allevamenti di daini destinati al macello: dovranno allestire recinti per catturare gli animali e poi potranno tenerseli, ma in cambio dovranno pagare. Si stima un incasso di quasi 84 mila euro più Iva. A partire dal prossimo ottobre e fino all’ottobre 2025, si vogliono così catturare e macellare circa 300 daini all’anno; l’introito per ogni lotto è stimato in circa 28 mila euro, sempre al netto di Iva.
Secondo Massimiliano Costa, direttore dell’Ente Parco, i daini del delta del Po sono troppi. La pineta di Classe e il Po di Volano, dice, potrebbero ospitarne al massimo un centinaio: un animale ogni dieci ettari. Invece ce n’è all’incirca uno per ogni ettaro di bosco e brucano tutto. “Sono come le cavallette” e “Se non facciamo qualcosa, tutto il bosco di qui a dieci anni sarà devastato”, afferma il direttore.
La decisione di eliminare 900 daini discende dal fatto che l’Ispra(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) li considera una specie aliena o tutt’al più para autoctona. “Specie aliena” significa introdotta ad opera dell’uomo: i daini non fanno parte della fauna italiana (“autoctona”) in senso stretto. Sono infatti originari dell’Asia Minore e sono arrivati ripetutamente in Italia in tempi più o meno recenti, soprattutto per poi essere cacciati o per arricchire i parchi privati con la loro presenza.
Per questo, secondo l’Ispra vanno conservati i “nuclei storici” di daini che abitano il Parco Regionale della Maremma e le tenute di San Rossore e Castelporziano. Bisogna invece eliminare i piccoli gruppi isolati e quelli di più recente formazione. Negli altri casi – Parco del Po compreso – il numero degli animali dev’essere invece tenuto sotto controllo.
I daini sono arrivati nel Parco del Po una trentina di anni fa. Discendono – si dice – da animali fuggiti da un allevamento. Indubbiamente la loro presenza discende dalle attività umane. Ma cosa, nel Parco del Po, non è segnato e modellato proprio dalle attività umane?
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