VOCE
CRISI ENERGETICA
13.09.2022 - 21:00
Sarà un inverno difficile e complicato quello delle tante famiglie italiane che potrebbero dover affrontare le carenze nelle forniture di gas. A confermarlo è Alfredo Balena, direttore delle Relazioni esterne di Adriatic Lng, la società che gestisce il rigassificatore al largo delle coste del Delta del Po: un impianto centrale nelle politiche energetiche nazionali, e portato negli ultimi mesi più volte ad esempio nel dibattito proprio sulla necessità di insistere sulla politica dei rigassificatori.
Alfredo Balena ha parlato di questo e di altri temi di attualità nel corso di un’intervista concessa a Paolo De Grandis di Delta Radio, che si potrà ascoltare in forma integrale questa mattina (mercoledì 14 settembre) a partire dalle ore 11.40.
“Adriatic Lng - spiega Balena - in questo periodo si è data da fare per aumentare le forniture del mercato italiano del gas. Abbiamo tra l’altro recentemente chiuso un’importante gara che ci assicura rifornimenti fino al 2028. Dovremo dunque marciare a pieno regime fino a tutto il 2028, con forniture che provengono da diversi paesi del mondo. Questo contratto aumenta in maniera notevole la sicurezza dei nostri rifornimenti. L’obiettivo di Adriatic è quello di assicurare l’affidabilità degli impianti e la garanzia di avere il prodotto che il mercato richiede ogni giorno”.
L’azienda possiede il primo rigassificatore in Italia per capacità di immettere gas nella rete, una presenza che in questo momento rappresenta anche una grande responsabilità...
“Si parla spesso del nostro impianto, vista l’attuale situazione. Con la nostra capacità riforniamo oltre il 13% del mercato italiano, e soprattutto in questo momento di crisi, in cui le forniture di gas dalla Russia sono a rischio, è davvero una grande responsabilità. Questo periodo rappresenta una prova davvero importante. Dovremo fare di tutto per mantenere alta l’affidabilità dei nostri impianti, e questa sarà la nostra prima responsabilità”.
Molte le polemiche che dilagano sui social, ma non solo, che accusano le compagnie di trattenere il gas per speculare sui prezzi.
“Molti fanno confusione tra chi fa un servizio di rigassificazione e chi è proprietario del gas. Noi siamo un’infrastruttura al servizio dei clienti: il gas che riceviamo liquido e riconsegniamo alla rete italiana del gas non è mai di nostra proprietà. Non gestiamo né i prezzi né il quantitativo di gas da riconsegnare alla rete nazionale. Seguiamo solo le istruzioni fornite dai nostri clienti, che sono i reali proprietari del gas. Per questo, ed è giusto chiarirlo, la nostra azienda non sarà mai oggetto di extra profitti; le nostre tariffe sono regolate in gran parte dall’Arera e abbiamo una certa stabilità nell’offrire alla nostra clientela tariffe sempre allineate a quelle del mercato europeo”.
In questo momento sembra molto difficile prevedere che cosa ci riserverà il futuro, in vista di una programmazione autunnale. Non crede?
“Sì. E soprattutto nel nostro settore, ed in quello energetico. Tre o quattro anni fa presentavamo una situazione completamente differente, per quanto riguarda l’approvvigionamento del gas, rispetto ad oggi. Ora ci troviamo in una crisi estrema di infrastrutture e contratti di approvvigionamento. Fare previsioni è davvero molto delicato. Guardando la situazione attuale possiamo dire che il prossimo inverno sarà difficile, soprattutto se si dovessero interrompere completamente le forniture di gas russo. Sono 30 miliardi i metri cubi di gas ricevuti dalla Russia, ed in questo momento per l’Italia è impossibile sostituirli con approvvigionamenti da altre fonti. Noi stiamo facendo la nostra parte, abbiamo aumentato i contratti con i nostri clienti per arrivare al massimo della nostra capacità. Faremo il massimo e produrremo 9 miliardi di metri cubi di gas al mercato. Da parte nostra più di questo non si può davvero fare”.
La speranza è quindi riposta in altri impianti che potrebbero però partire solo una volta terminato il periodo più freddo?
“L’Italia sta mettendo in campo altri rigassificatori. Si parla di quello di Piombino, che dovrebbe entrare in funzione nella primavera del 2023 e dovrebbe fornire un ulteriore aiuto. C’è poi anche quello di Ravenna, che dovrebbe arrivare però in un periodo successivo. Fino a quando questi due terminali non saranno pienamente operativi, l’Italia avrà comunque un problema di approvvigionamento delle forniture. Tutto dipenderà dall’evoluzione dei rapporti con la Russia”.
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