VOCE
TRIBUNALE
15.09.2022 - 14:29
Quattro anni e quattro mesi: questa la condanna per Paolo Toschetti, monselicense di 58 anni, funzionario molto noto nella Bassa padovana. Da dirigente dei Servizi finanziari del Comune di Masi è stato condannato per peculato dal Gup di Rovigo, al termine del rito abbreviato. Secondo l'accusa si sarebbe accreditato emolumenti extra dalla posizione che ricopriva. Per quattro anni avrebbe beneficiato di compensi non dovuti per circa 125 mila euro.
Toschetti era stato arrestato nel 2020 dalla Guardia di finanza di Este. Fino al luglio 2019, il 58enne era responsabile dei Servizi finanziari del Comune di Masi, dove ricopriva anche il ruolo di economo, salvo poi passare a svolgere la stessa funzione per i Comuni di Cartura e San Pietro Viminario.
A far scattare le indagini delle Fiamme gialle, allora comandate dal capitano Andrea Zuppetti, era stato direttamente il sindaco di Masi, Cosimo Galassini, dopo che i suoi uffici avevano rivelato alcune anomalie nei bilanci. Una denuncia era stata depositata in Procura, un’altra alla Corte dei Conti. Toschetti, da luglio 2019, si era trasferito a Cartura con la procedura di mobilità, trovando occupazione da funzionario anche a San Pietro Viminario.
Stando all’indagine dei finanzieri, dal 2016 al 2019 il 58enne avrebbe svolto 172 operazioni illecite, destinando ai personali conti correnti delle somme prelevate dalle casse pubbliche. Come? In quanto responsabile dei Servizi finanziari, Toschetti sarebbe riuscito di fatto a pagarsi lo stipendio più volte nello stesso mese attraverso artifici contabili.
A qualche giorno dallo stipendio regolare, infatti, verso il suo conto partiva spesso un bonifico destinato a “dipendenti del Comune”, motivato magari da arretrati, indennità o competenze aggiuntive. Con 23 bonifici il funzionario avrebbe accumulato quasi 115 mila euro di “extra”.
A questi si aggiungerebbero altri 10 mila euro ottenuti grazie al ruolo di economo e nello specifico con 149 operazioni. Con piccoli versamenti, attraverso bollettini postali compilati e mai pagati, e persino con finte pezze giustificative. In alcuni casi sarebbero stati utilizzati scontrini raccolti per strada, tipo per un pieno di diesel che – nella giustificazione – sarebbe stato per un mezzo del Comune.
Rivestendo, contemporaneamente, due incarichi, l’arrestato era di fatto il controllore di se stesso: curava in prima persona le pratiche amministrative, seguendole nel relativo iter e confrontandosi spesso con gli altri uffici comunali, presso i quali godeva di fiducia e di credibilità per le capacità professionali dimostrate nel trattare le incombenze burocratiche.
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