VOCE
ECONOMIA
16.09.2022 - 06:30
Pacta sunt servanda. Non ci gira tanto attorno, il presidente di Confindustria Venezia-Rovigo Vincenzo Marinese. Del resto, non è nel suo stile. E anche ieri, aprendo i lavori dell’assemblea pubblica del gruppo Giovani imprenditori, dal titolo “Quale futuro per le nostre imprese”, è tornato a parlare - pardon, a tuonare - di Zes.
E pazienza se siamo in piena campagna elettorale, Marinese - ancora una volta - ha fatto nomi e cognomi. Tutt’altro che fuori tema visto che dalla Zes - come ha sottolineato - passa il futuro di questo territorio, e del Polesine in particolare.
“Due miliardi e seicento milioni di euro di investimenti privati, 7.600 posti di lavoro, 177mila considerando l’indotto, il 15% del Pil della nostra regione. Eppure, nonostante tutto, sono tre anni che aspettiamo, e un anno e mezzo che litighiamo con il ministero del Sud”. Sì, quello guidato da Mara Carfagna, ex Fi ora confluita in Azione. “A Carlo Calenda - le parole di Marinese - voglio dire: quando si firma un accordo bisogna rispettarlo, se vogliamo essere seri e credibili. E a lui chiedo di essere serio e credibile”.
Va da sé: l’appello è perché la Carfagna firmi, quanto prima, l’istituzione della Zona logistica semplificata per Porto Marghera e per l’Alto Polesine. “Siamo un grande territorio, cresciamo di anno in anno, abbiamo un tessuto industriale che è un’eccellenza dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Ai nostri giovani voglio dire: continuate a fare proposte, perché non ci faremo togliere il futuro dalle nostre mani”.
L’incontro del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Venezia-Rovigo, ieri a Mestre, prima di una intensa tavola rotonda che ha visto tra i protagonisti tra gli altri Matteo Zoppas, è stato aperto proprio da Marinese, che ha ripercorso le tappe della sua vicenda imprenditoriale.
“Mi è sempre piaciuta l’idea di portare proposte nuove e dirompenti per il futuro”, ha detto. Poi, il messaggio: “Noi non facciamo demagogia. Chi lo pensa venga due giorni con noi in fabbrica e, come ha detto Papa Francesco, annusi il lavoro. Purtroppo in questi anni è stata seguita una politica di deindustrializzazione e cessione a terzi degli assetti strategici del Paese, seguendo le ideologie. Ideologie - ha aggiunto - che sono più forti di noi imprenditori, perché noi non andiamo a protestare in piazza e non amiamo i social. Per questo, chi manifesta per il no è molto più forte di chi parla per il sì”.
Adesso, però, bisogna invertire la rotta, “e avvicinare i nostri giovani al lavoro, che è sviluppo per il territorio. Siamo davanti a grandi sfide, e abbiamo un grosso gap da recuperare, ma dobbiamo guardare al futuro con speranza e orgoglio”.
Nella sua relazione, la presidente del Gruppo giovani Manuela Galante, che si appresta a lasciare spazio ad Alice Peretto che guiderà il nuovo Gruppo giovani di Assindustria Venetocentro ha posto l’accento sulle conseguenze economiche delle sanzioni (comunque definite “opportune e necessarie”) alla Russia, sui rincari del gas e sulle difficoltà di approvvigionamento.
“Il prossimo governo - ha detto - deve rimettere al centro della propria agenda una seria politica di sostegno all’internazionalizzazione e al made in Italy”. Quindi ha parlato di cuneo fiscale, spiegano come le risorse dovranno andare “prima di tutto a giovani e lavoratori. Dobbiamo aiutare i giovani e le persone a lavorare, non a stare a casa. Vogliamo dirlo chiaramente: misure che disincentivano l’offerta di lavoro, come il reddito di cittadinanza, che ha visto una crescita esponenziale dei costi dal 2019 ad oggi, sfiorando i 9 miliardi nel 2021, pongono un freno allo sviluppo del nostro Paese”.
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