VOCE
IL CASO
19.09.2022 - 10:17
“Voglio che i miei figli possano andare a scuola regolarmente: questo è la cosa più importante per la quale intendo battermi”: è il grido disperato di un padre 54enne residente ad Adria con alla spalle una situazione familiare delicatissima e difficilissima. Separato dalla moglie che vive fuori Comune e insieme a lei i tre figli: uno maggiorenne da qualche mese, ma da diversi anni ha abbandonato la scuola, gli altri due ai primi anni delle superiori.
Uno di questi due sta frequentando con sufficiente regolarità e impegno - riferisce il genitore - l’altro è andato a scuola i primi tre giorni, poi solo assenze. E’ quanto ha riscontrato consultando il registro elettronico. E’ contrariato con l’ex moglie, con la quale purtroppo non c’è dialogo, perché non saprebbe indirizzare adeguatamente i figli. Ma è altrettanto critico con i servizi sociali dell’Ulss perché, a suo dire, non assolvono ai compiti designati dal Tribunale di Rovigo.
Infatti nel decreto emesso dal giudice Silvia Ferrari il 22 luglio scorso, si legge tra le altre cose: “Tutto quanto premesso, il Collegio reputa che sussistano tutti i presupposti per derogare al regime dell’affido condiviso ed affidare i due minori ai servizi sociali territorialmente competenti, mantenendo il collocamento presso la madre. Anche alla luce di ciò, i servizi affidatari avranno il compito di favorire i rapporti tra il padre e i figli e di monitorare l’andamento scolastico (inteso nei termini di regolare frequentazione e/o scelta di scuole alternative) dei due minori”.
“Per quanto concerne la regolamentazione del diritto di visita, i servizi sociali provvederanno a disciplinare i tempi e le modalità di incontro fra i minori il genitore non collocatario”.
Secondo quanto riferisce l’uomo tutto ciò non sarebbe avvenuto, o avvenuto in minima parte, in ogni caso non sufficiente a garantire la regolarità scolastica. Infatti nei giorni scorsi il padre ha contattato il preside, ignaro delle problematiche familiari, e risulterebbe che i servizi sociali non si siano ancora messi in contatto con la scuola.
“Non intendo cedere – afferma con decisione l’uomo – e sono pronto ad azioni di protesta clamorose: non intendo fermarmi”.
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