VOCE
PAPOZZE
20.09.2022 - 18:30
Alla fine degli anni ’50, nella campagna tra Bologna e il fiume Reno, viene ammazzato un suonatore di fisarmonica. Le indagini sul delitto si rivelano da subito complicate, ma il maresciallo Lorenzo Spada trova un filo sottile che lega rapporti economici e interessi politici, famiglie e segreti. Per arrivare all'assassino dovrà entrare nelle corti rurali di cui le donne sono padrone assolute e innamorarsi della più selvatica di tutte. Il suo è un viaggio dentro un mondo duro, diviso tra uomini e bestie, dove la fatica è la misura di tutte le cose e bisogna lottare per sopravvivere.
Una serata interessante e coinvolgente sia per il libro ben articolato che suscita curiosità, sia per la capacità affabulatoria di Nicoletta Canazza che era già stata ospite a Papozze qualche anno fa, sia per l’abilità della presentatrice nel dialogare con l’autrice ed infine per la presenza della fisarmonica di Gianpietro Isarò che ha sottolineato a più riprese quanto si raccontava.
Ne è uscito un mix ben riuscito che ha coinvolto i numerosi presenti che si sono uniti alla fisarmonica nel cantare i pezzi proposti da fisarmonicista, coevi alla vicenda narrata nel libro. Nel mondo agricolo degli anni ’50, decennio preso in considerazione da Nicoletta per il suo romanzo, bastava infatti una fisarmonica per fare un’orchestra e una persona che sapesse suonarla per fare festa, ballare sull’aia per chiudere in allegria la fine del raccolto del grano e sua la trebbiatura.
“Il ladro di fisarmoniche è un giallo - ha sottolineato Luciana Passarella - ma io lo colorerei di rosa, per la preponderante presenza delle donne. Le donne agiscono, compiono azioni coraggiose che però nessuno sa se non loro stesse. E, a proposito di donne, c’è una figura femminile che predomina fra tutte: è quella di la ‘rzdoura della famiglia Corsini. Mi piace molto il romanzo. L’autrice ha saputo prendere per mano il lettore e in modo leggero, quasi svolazzante lo fai volteggiare tra i vari personaggi che diventano compagni di viaggio mano a mano che si girano le pagine che, ad onor del vero, si leggono con voracità e curiosità. Pagine che sapientemente ma con semplicità Nicoletta riempie di vita: vissuta nei campi, nelle stalle, nelle osterie, sull’aia, nelle case dove lì vivono le donne e solamente lì sono, come lei scrive padrone ma solo delle case e dello spazio intorno”.
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